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Scudetto 2006: parla uno dei saggi, Roberto Pardolesi

di Redazione TMW.
Fonte: Telelombardia - qsvs.it
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Roberto Pardolesi, uno dei tre "saggi" della commissione che diede il proprio parere sull'assegnazione dello scudetto a tavolino all'Inter nel 2006, è intervenuto in esclusiva a Telelombardia e Antenna 3. Ecco le sue dichiarazioni principali rese nella trasmissione Lunedì di Rigore:

Il nostro parere, dal quale non abbiamo mai preso le distanze, si basava sulle istanze processuali dei giudizi sportivi. Da queste risultava che la prima squadra classificata in seguito alle sanzioni aveva titolo ad ottenere lo scudetto. Il problema era rappresentato dal fatto che le risultanze processuali potessero fotografare un quadro incompleto. C'è un precedente che risale al 1927 quando Arpinati, al di là degli illeciti provati, ritenne che ci fosse una diffusa situazione di illeciti e scelse di non assegnare il titolo.
Un po' come nel 2006. Noi avevamo a disposizione le risultanze processuali che indicavano dei soggetti ai quali erano stati accertati degli illeciti. Questo faceva sì che il primo in graduatoria potesse ottenere lo scudetto. Rammento che pochi giorni prima del nostro responso, Guido Rossi aveva reso testimonianza davanti a una commissione parlamentare e aveva parlato di diffusa illiceità. Laddove il commissario avesse avuto elementi che andavano al di là delle risultanze processuali pensavamo che avrebbe propeso per la non assegnazione dello scudetto. Noi abbiamo suggerito a Guido Rossi di considerare la possibilità di non assegnare lo scudetto ove Rossi fosse stato in possesso di informazioni che lo adducevano a pensare a una situazione di diffusa illiceità.

Perché non avete fatto sapere che le cose non stavano esattamente così quando l'interpretazione attribuiva a voi la paternità di un provvedimento deciso da Guido Rossi?
Difficile rispondere perché noi confidavamo sul fatto che il nostro parere sarebbe stato reso pubblico. Posso assumere che Guido Rossi non avesse sussistenti elementi per ritenere la situazione abnorme e che gli illeciti fossero confinati a quelli dimostrati dalle risultanze processuali.

In quei giorni pensava che il processo sportivo fosse ampiamente incompleto?
La giustizia sportiva può non aver fatto brutta figura se gli elementi in suo possesso hanno portato a quella decisione. Credo che la giustizia sportiva abbia fatto il suo corso in base agli elementi in suo possesso. Con il senno di poi è molto difficile valutare. Quelli di oggi sono dati nuovi rispetto a quelli in possesso all'epoca.

Si può rimettere in discussione l'assegnazione di quel titolo?
La questione è resa complicata dalla disciplina dei termini della prescrizione. Se noi sposiamo l'idea che l'ordinamento sportivo sia un ordinamento giuridico a tutti gli effetti dobbiamo prendere il codice vigente al tempo e scopriamo che il termine di prescrizione allora aveva una decorrenza quadriennale. Se i fatti nuovi emersi si riferiscono alla stagione 2004/05, i quattro anni successivi sarebbero trascorsi, quindi i fatti nuovi sarebbero coperti dalla prescrizione. Anche l'assegnazione dello scudetto sarebbe stabile e inattaccabile. Io ho un'altra opinione: ritengo che la giustizia sportiva sia il risultato di un accordo dei soggetti affiliati. Posto che si è mutato il codice per accordo federale e il nuovo codice prevede 8 anni per la prescrizione, allora saremmo ben dentro alla possibilità di analisi di fatti dell'epoca. Su questa base si potrebbero riprendere le decisioni di allora.

Chi deve decidere?
L'interpretazione potrebbe essere presa dal consiglio federale. Io personalmente direi che la nuova disciplina è quella che vale perché gli associati hanno preferito questa nuova direzione.

Si è tenuto conto che i due gradi precedenti della giustizia sportiva avevano ritenuto che lo scudetto dovesse essere non assegnato?
La sanzione sportiva opera normalmente nel penalizzare il soggetto che ha commesso l'illecito retrocedendolo in classifica. Nel momento in cui alcuni soggetti rimanevano limpidi, allora il risultato era quello che si verifica quando in una gara c'è un soggetto dopato ad esempio, e il titolo viene assegnato agli esenti da responsabilità.

Lei ritiene tutti colpevoli o tutti innocenti?
Non ho titolo più di chi mi fa questa domanda a dare una risposta... queste sono sensazioni. Abbiamo degli imperativi di garantismi che ci dovrebbero imporre la massima serenità prima di un'eventuale nuova inchiesta. Non si devono fare giudizi sommari, ma le vicende vanno giudicate nelle sedi competenti.

Erano già apparse all'epoca un'intercettazione di Facchetti con Bergamo e le frequentazioni dell'Inter con Nucini...
Il mio compito era quello di partire dalla verità giudiziaria, seppur a livello sportivo. E questa puntava in una certa direzione. Gli elementi che conosciamo oggi sono nuovi rispetto a quelli dell'epoca.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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