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Record degli esoneri in Serie A: ecco i motivi

di Pierpaolo Marino
Record degli esoneri in Serie A: ecco i motivi
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Mentre il calciomercato (per i motivi che vi abbiamo riferito la settimana scorsa) vive una fase sonnecchiante, in Serie A, quest'anno, l'ondata degli esoneri degli allenatori sembra non fermarsi più. L'ultimo in ordine di tempo è stato quello di Serse Cosmi da parte del Livorno, ma, nel corso di questa stagione, gli avvicendamenti tecnici (compresi i tickets di andata e ritorno) hanno raggiunto la cifra record di quindici, mentre soltanto undici allenatori hanno cominciato il campionato ed hanno, finora, conservato la guida tecnica della propria squadra. Questi dati così eclatanti, impongono un'approfondita riflessione sui motivi che spingono le società di Serie A ed i loro presidenti, a fare ricorso ad una "pratica" che dovrebbe riguardare invece soltanto le categorie inferiori, dove, nella maggior parte dei casi, le decisioni vengono prese alla giornata e la programmazione latita.
Soprattutto negli ultimi tempi, la figura dell'allenatore, è andata sempre più modificandosi, in seguito alla profonda evoluzione subìta, parallelamente, dal calcio.
I calciatori hanno, progressivamente, conquistato la piena "libertà" contrattuale (legge Bosman ed articolo 17) che li ha resi simili a delle singole aziende, che, spesso guidate dalla figura del procuratore, perseguono i propri interessi commerciali all'interno dello stesso club e della squadra. Questa rapida emancipazione della figura del calciatore, rispetto al passato, ha complicato enormemente la vita agli allenatori. Questi, oltre ai già noti e complicati compiti tecnici, oggi devono preoccuparsi di mantenere omogenei non solo gli obiettivi sportivi ma anche quelli economici dei singoli all'interno della squadra. Facendo, in modo così , che si crei e si cementi, quello che in gergo viene definito "gruppo", che, guarda caso, esiste solo quando la squadra vince.


Alla figura dell'allenatore moderno, vengono oggi richieste, delle ulteriori peculiarità, che lo rendono un vero e proprio manager. L'allenatore, deve essere quindi bravo sul campo, ma anche saper assurgere al ruolo di gestore dei molteplici interessi che si sviluppano intorno ai singoli giocatori, i quali, peraltro, sono spesso attratti, a campionato in corso, dalle sirene del mercato e dai progetti economici costruiti dai procuratori.
Questo nuovo compito degli allenatori è complicatissimo! Quando, come spesso accade, questo sottile equilibrio stenta a crearsi, la squadra lancia segnali precisi attraverso i propri comportamenti in campo e fuori. Questi messaggi subliminali, vengono spesso recepiti con ritardo dai Presidenti, che, nonostante i risultati deficitarii, tentano strenue resistenze, che sono destinate, nella maggior parte dei casi, a crollare e l'esonero diventa l'ultima ancora di salvezza.
Si intuisce così, come, non sempre, alla base dei motivi dei ben quindici avvicendamenti tecnici verificatisi in questo campionato, ci siano state carenze degli organici, l'adozione di tattiche cervellotiche e/o ancora improbabili preparazioni fisiche.
Spesso si è trattato, infatti, della necessità che si creino, all'interno della squadra, quei nuovi equilibri, sopra descritti, che i giocatori pretendono e gli allenatori moderni sono tenuti a fornire. Ecco spiegato perché, in molti casi, quest'anno, dopo l'esonero, l'inversione dei risultati e del gioco della squadra sono stati così sorprendenti. Oppure dobbiamo credere che il nuovo "mago" arrivato abbia trasformato undici brocchi in undici puledri?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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