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Quando il mercato diventa un bluff. I 10 flop del campionato! P.S. Lazio, una caduta di stile

di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano presso la redazione di Sportitalia. Inizia a collaborare con Eurosport. Giornalista e conduttore televisivo. Direttore di Tuttomercatoweb.
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Partirei dalla fine del titolo, per toglierci il dente e far passare il dolore. Quello che abbiamo visto ieri sera all'Olimpico non è calcio. La Lazio, lo staff tecnico, la squadra, la società e soprattutto i suoi tifosi dovrebbero vergognarsi, almeno per un attimo, per non aver dato credibilità ad un campionato e ai valori dello sport. "Mourinho, uomo vero in un calcio finto". Questo il senso di uno striscione esposto nella Nord dai laziali. Che predica... verrebbe da dire. La finzione c'è stata, in effetti. Una partita di allenamento, senza lottare e neanche sudare. Nessuno chiedeva alla squadra di Reja di favorire la Roma, ci mancherebbe altro, ma almeno ci potevano evitare i finti proclami di Lopez e Lotito. I tifosi della Lazio che esultano per un gol degli avversari è davvero la finzione più totale. Un favore: non mandate in giro per il Mondo le immagini di Roma, ci denigrerebbero ulteriormente.
Torniamo all'argomento principale dell'editoriale di questo lunedì: ormai siamo giunti ai saluti, i titoli di coda sul campionato stanno lentamente scorrendo via e tra un po' spegneremo anche il televisore prima di riaccenderlo per i Mondiali in Sudafrica. Si parla tanto di calciomercato, sarà un'estate bollente per molti. Prima di guardare avanti, facciamo un passo indietro. Tempo di bilanci, allora, vediamo dove le società hanno buttato i loro soldi e dove gli investimenti fatti sono risultati sbagliati e approssimativi. I nostri 10 flop del campionato, considerando come parametri di giudizio il blasone del club, la spesa, gli ingaggi, la media voto e il risultato finale.

Fabio Cannavaro
Nessuno gli toglie lo scettro e nessuno avrebbe immaginato questo spettro. Torna alla Juventus su consiglio/imposizione di Marcello Lippi. Rimedia solo figuracce, giustificando il Real Madrid che in scadenza di contratto lo aveva scaricato. Restituisce alla nostra Nazionale un Capitano arrugginito. Non c'è la beffa, il costo del cartellino, oltre il danno. Bravo Zac a spedirlo più volte in panchina, cosa che non poteva fare l'amico Ciro. Chiellini più volte lo riporta a galla dopo essere annegato. Su 2.121 minuti giocati, almeno 1.500 sono da dimenticare.

Felipe Melo
Soldi spesi male per un centrocampista di contenimento adattato a regista. Problemi di identità? Non si ambienta e non riconosce lo stile Juventus. Ha delle qualità, non così numerose da giustificare la folle spesa di Secco e Blanc, ma Torino non è il suo Mondo. Meglio una minusvalenza che un altro anno a bagnomaria. Su 27 partite, 26 le gioca da titolare. Non ha neanche un alibi.

Oguchi Onyewu
E' vero, non ha avuto la possibilità di giocarsi le sue carte, per colpa di un bruttissimo infortunio ma quella dello statunitense era una partita persa in partenza. Il prossimo Onyewu? Mario Yepes. Il Milan, ormai, ha un accordo con il postino di Via Turati: i pacchi più pesanti vanno consegnati tutti al civico N°3.

Michel Morganella
Da lui il Palermo si aspettava fuoco e fiamme. E' stata una completa delusione questo svizzerotto che doveva far innamorare la Sicilia. Scaricato prima da Zenga, poi da Rossi. Ma allora su di lui ci credeva solo il buon Sabatini? Volendo infierire potremmo parlare anche di Bertolo ma lasciamo stare... Quarto posto a portata di mano ma anche troppi soldi spesi (male) la scorsa estate.

Andrea Dossena
A Napoli, a gennaio, avevano chiesto il colpo a Riccardo Bigon, per presentarsi alla sua nuova piazza. Il colpo, o meglio il contraccolpo, è arrivato ma soprattutto per le casse di De Laurentiis. 4 milioni per riportare Dossena in Italia, dal Liverpool, ci sembravano un'esagerazione. Operazioni di questo tipo vanno fatte in estate e non a gennaio. La differenza? Un calciatore che per un pò di tempo non vede il campo ha bisogno di settimane, forse mesi, per la riabilitazione e la completa preparazione. Se porti a gennaio Dossena a Napoli, in teoria, ti aspetti l'effetto immediato che non ti può dare. Il Direttore Bigon saprà di sicuro riscattarsi con gli investimenti estivi; la piazza si aspetta molto da lui.

Pablo Barrientos
Pietro Lo Monaco, a Catania, ha fatto un miracolo. Si è salvato nell'anno in cui ha abbassato di 4-5 anni l'età media della squadra. Grandi plusvalenze all'orizzonte, vedi Maxi Lopez e Martinez; Izco, Biagianti, Andujar, Carboni e Silvestre sono tutte opere sue. Ha ciccato il colpo Barrientos, da chi l'ha visto, ma da quel che ci risulta i problemi fisici dell'argentino condizioneranno tutto il resto della carriera. P.S. firmato da Catania. Attenzione a dare per scontato quel che non è del tutto scontato. La bandiere vanno tutelate ed accontentate. A buon intenditore...

Mario Ariel Bolatti
Ci stiamo ancora chiedendo se il calciatore visto in Argentina fosse il fratello gemello o se si trattava proprio di lui. Sta di fatto che la Fiorentina risente della sua mediocrità e lui ne risente dell'andamento generale negativo della squadra. Quando Pierpaolo Marino, ex Dg del Napoli, disse che fisicamente non era da calcio italiano pensavamo alla solita storia della Volpe che non arriva all'uva ed invece oggi siamo costretti a dargli atto che Bolatti, forse, non è del tutto idoneo per l'Italia.

Hernan Crespo
Caro Hernan, ti vogliamo bene e ti stimiamo come persona, ancor prima che come calciatore. Ci auguriamo soltanto che tu non voglia rovinare una carriera stupenda con anni di anonimato a trascinarti la gamba verso la pensione. Prima Genova (5 gol in 16 presenze) e poi Parma (0 gol in 11 partite) hanno sancito, probabilmente, il tuo tramonto offuscato da nubi dense.

Robert Acquafresca
Ci piace dirlo spesso e quindi lo ripetiamo anche in questa circostanza: confermarsi è più difficile che affermarsi. Acquafresca si è affermato a Cagliari con 24 gol in due stagioni, ma quest'anno a Bergamo e Genova non ha lasciato il segno. Nessuna traccia... Una rete con l'Atalanta, 2 con il Grifone. Poco per chi ambiva a rientrare all'Inter.

Cristiano Lucarelli
I matrimoni di interesse durano solitamente poco. Figuriamoci, poi, se il secondo matrimonio avviene sempre con la stessa persona, dopo un divorzio burrascoso. Strascichi familiari, al primo problema volano i piatti e si torna al punto di partenza. Tra Lucarelli e il Livorno l'amore era finito da un pezzo. Hanno riprovato a mettere insieme i cocci ma il giocattolo si è rotto per entrambi. Meglio continuare a stare ognuno a casa propria.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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