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L'ultimo dei Mohicani

di Alessio Calfapietra
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© foto di Alberto Fornasari

Fatto, finito, chiuso. Non serve scomodare Bukowski per abbassare definitivamente le serrande sulla lunga appendice estera del mercato invernale. Non vi sarà alcun esilio polacco per Makinwa, nessuna pista romena per Diakite e lo stesso Vailatti dovrà per lo meno rimandare il suo sogno a stelle e strisce. Ogni giocatore scontento ai margini della squadra rimarrà al suo posto, a meno che non ottenga una rescissione contrattuale come hanno fatto Panucci e Costinha. Tutto immutato sino al mese di giugno - con l'aggiunta della vetrina mondiale dalla quale poter attingere qualche novità - ma si tratta di una calma apparente perchè i vari dirigenti stanno già lavorando in vista dell'estate. I primi caldi porteranno con sè diversi cambi sulle panchine: sta per finire il ciclo di Prandelli alla Fiorentina, mentre quello di Zaccheroni, suo probabile predecessore alla Juventus, non ha mai avuto inizio, se non per la rimessa in carreggiata di una formazione alla deriva in campionato e nelle coppe. Il calcio frizzante di Allegri, trasposizione fedele della grandissima classe di cui il tecnico era dotato in gioventù, potrebbe traslocare a Firenze dopo aver prodotto meraviglie a Cagliari. Lo stage dorato che sta svolgendo Leonardo a Milano, infine, potrebbe subire un arresto dopo la rovinosa e prematura uscita dalla Champions del Milan. Senza dimenticare che i destini di Lippi sembrano diventati ancora una volta nebulosi, con la nazionale dai più bassi indici di gradimento della storia e la Juventus più lontana di quanto sembrasse la scorsa estate. Alcuni trasferimenti vengono già dati per conclusi, su tutti quello di Ranocchia dal Genoa all'Inter, via Bari, necessario a svecchiare una difesa anagraficamente avanzata specialmente nella sezione centrale. L'Inter vorrebbe tornare in possesso del cartellino di Bonucci, ceduto troppo in fretta allo stesso Genoa, la corsia preferenziale con i rossoblù può venire in aiuto, anche se in questo caso occorrerà interpellare anche il Bari. I cugini milanisti tengono stretto a sè Dzeko, un investimento molto oneroso ma che porterà frutti più abbondanti rispetto al troppo spesso inconcludente Huntelaar. Sul fronte difensivo proseguono i contatti con la Roma per Mexes, gradito anche alla Juventus, il francese sta assumendo il profilo del sacrificio estivo di una società costretta ad autofinanziarsi ed in questo senso si candida a diventare l'erede di Aquilani. Juan l'alternativa. Ieri Liverpool, oggi Milano, domani chissà, fino a quando i giallorossi non si daranno una struttura finanziaria solida, la rosa dovrà subire dei dolorosi tagli, in cambio di qualche ritocco che possa rivelarsi utile. Riscatto di Toni, accordo con Simplicio e rinnovo di Taddei a parte, Gallas (gratis) ed Ebouè (difficile), sino ad adesso tutte le strade portano all'Arsenal.

La Juventus culla il sogno Ribery ma per il fuoriclasse francese il Real Madrid ha la precedenza, se il Bayern sarà ingolosito dal ritorno di Diego in Bundesliga, allora i bianconeri potranno aumentare le proprie chanches. Napoli attende di sapere se i sogni europei verranno spazzati da una anonima metà classifica, nel frattempo accosta il doriano Palombo ad Inler e sostituisce il Chelsea nella parte dello spettatore interessato per Pazzini. In ogni caso le strategie possono subire delle vistose modifiche a seconda del piazzamento finale. Sicuramente non faranno parte delle nostre cronache il ventenne attaccante brasiliano Maicon (solo omonimo dell'interista), a lungo inseguito dal Palermo ed acquistato dalla Lokomotiv Mosca, così come l'ivoriano Traorè, visto che il Galatasaray è ad un passo dall'ingaggiare il ciclopico attaccante che ha fatto innamorare Napoli ed Udinese. Strano destino, quello di Pinilla, da meteora a latin lover sino a centravanti implacabile che ha eguagliato e superato il record di reti consecutive da parte di Batistuta, la Fiorentina (Munoz in arrivo) è in pole position ma il Genoa, già piombato sul roccioso difensore portoghese Diego Angelo e l'attaccante Rudolph, a sua volta non demorde. Ma c'è un'altra caccia affannosa da portare avanti, e riguarda Inter e Juventus: la ricerca di punti importanti in Europa per evitare la retrocessione nel Ranking Uefa e la conseguente perdita di un posto nella prossima Champions League. Mourinho è l'ultimo personaggio che può tenere alta la bandiera italiana in Europa, la trasferta allo Stamford Bridge è difficile ma non impossibile, se anche questa dovesse concludersi in un disastro come in quel di Manchester allora la discesa verso il basso del calcio italiano compirà il suo passo più evidente. Anche la Juventus può operare in questo senso e la prima manche contro il Fulham è andata a segno, ma il fatto che i bianconeri mai e poi mai avrebbero voluto disputare l'Europa League e vi siano stati catapultati dentro dopo la disfatta bavarese, consegna a Mourinho lo scettro di ultima speranza per l'immagine oltre confine del nostro pallone. A prescindere dalle rispettive appartenenze sportive, tutti gli italiani dovrebbero tifare per i nerazzurri, ma l'eterno campanilismo delle nostre latitudini rende questa condizione semplicemente irrealizzabile. Per rimanere in Europa, desta sorpresa l'eliminazione del Real Madrid del sempre più bistrattato Kakà, d'ora in poi la conquista della Liga, tutt'altro che semplice, verrà considerata un brodino per non mandare all'aria un'intera stagione. Tornando in Italia, la norma anti-bestemmia sta mietendo le prime vittime fra tecnici e giocatori, per qualcuno l'assonanza tra un'imprecazione e il riferimento ad un innocuo parente ha già avuto un effetto scagionante. La curiosa coincidenza è che l'esordio di questa nuova regola è coinciso con la prima apparizione con i grandi di quel ragazzo che, in tempi non sospetti, si è esibito in una fragorosa ed energica bestemmia nel torneo dedicato al Papa. Forse adesso quel ragazzo, in possesso anche di un discreto talento, terrà a freno la lingua. Per imposizione, ma è già qualcosa.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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