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L'informazione nel pallone: 8 esperti su 10 bocciano il calcio mediatico

di Redazione TMW.
Fonte: Valerio Giacomoni - BocconiTrovato&Partners
Ben otto esperti su dieci bocciano il calcio mediatico. Linguaggio al limite, urla e grida, insulti presenti nelle trasmissioni Tv rappresentano la principale causa di violenza.
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© foto di Giuseppe Celeste/Image sport

L'informazione e' andata nel pallone.
Un modo semplice e ironico per affermare che il calcio cosi' come appare sui media sembra essere andato nel caos e non aver superato il punto di non ritorno. E gli stessi protagonisti non sembrano essere da meno, dato che la polemica e' sempre dietro l'angolo. Basta pensare al duello in corso a distanza, che spesso cade nella provocazione altrui e nell'insulto velato, tra Jose' Mourinho e Claudio Ranieri. I due tecnici di Inter e Roma stanno dando il peggio di sé nell'epilogo del campionato italiano, scambiandosi insinuazioni al vetriolo e fomentando sospetti. E gli esperti sono sempre piu' convinti che la rappresentazione mediatica del mondo del pallone e' da considerarsi negativa per gli effetti sulla popolazione, soprattutto sulle fasce socialmente piu' deboli. Sotto accusa soprattutto il linguaggio utilizzato in molte trasmissioni e riportato dagli organi dell'informazione, in cui urla, litigi e insulti sembrano essere gli ingredienti principali della ricetta di ogni contenitore mediatico dedicato al calcio.
Questo e' quanto emerge dallo studio dal titolo "L'informazione nel pallone" condotto da Comunicazione Perbene, l'associazione no profit, presieduta da Saro Trovato e nata per sensibilizzare contro l'"inquinamento" presente nei media e per un'ecologia nella comunicazione", su oltre 100 esperti tra educatori, psicologi, sociologi, psicopedagogisti, mass mediologhi, ecc.
"E' sotto gli occhi di tutti che l'informazione del calcio non si accorge degli effetti che puo' avere sulla popolazione. - Afferma Saro Trovato, presidente di Comunicazione Perbene, sociologo ed esperto di media. - Urla, insulti, risse, litigi (non solo verbali ma anche fisici) caratterizzano molti contenitori dedicati allo sport piu' amato dagli italiani. Bisogna avere responsabilita' e capire che i media possono avere effetti sociali e individuali molto importanti e che sarebbe il caso di iniziare a moderare i toni. Il calcio e' un gioco ma e' anche intrattenimento, e come tale va trattato e gestito da tutti coloro che lo vivono dall'interno e dall'esterno, soprattutto da chi decide lo spirito da dare ai contenuti dell'informazione."
Alla domanda "secondo Lei l'attuale clima mediatico intorno al calcio e' da considerare positivo?" ben otto esperti su dieci (81%) hanno risposto decisamente di no. Nell'attuale modo di affrontare la comunicazione sul calcio ben il 55% e' convinto che non ci sia niente di positivo, anche se contribuisce a educare ai valori dello sport (35%), ma soprattutto aiuta a creare valore economico e quindi posti di lavoro (46%), e per certi versi, malgrado tutto, puo' fornire ai ragazzi e ai bambini dei modelli di riferimento positivi (32%), e a generare delle speranze nei giovani (21%). Cio' che non si puo' non confutare e' che propone e crea svago (44%).

"Cosa c'e' di negativo, invece...?" Certamente sviluppa aggressivita' (66%), provoca sentimenti e atteggiamenti di non tolleranza (65%), non di meno, contribuisce a generare violenza (62%), non educa ad al dibattito civile (61%) e in linea generale genera scontro (55%). Da segnalare anche che alimenta il malcostume nel e del linguaggio (48%). Da segnalare che il 49% delle risposte degli esperti che crea modelli effimeri, facendo riferimento soprattutto allo stile di vita e al modo di vivere dei calciatori. Il 45% degli intervistati e' convinto che allontana i bambini e ragazzi dalla cultura, e il 46% di esperti si mostra radicale affermando che e' tutto negativo.

"Nell'ambito dell'informazione calcistica cosa si sente di condannare?" Al primo posto sette esperti su dieci (71%) segnalano il linguaggio verbale violento, seguito a ruota, con il 65% delle segnalazioni, dalle urla e dalle grida che caratterizzano la stragrande maggioranza delle trasmissioni tv che trattano di calcio. Al terzo posto, gli insulti dei protagonisti del calcio (calciatori, allenatori, presidenti, dirigenti, ecc.) ai colleghi (61%).
Da condannare anche l'atteggiamento volutamente polemico degli opinionisti (58%), cosi' come quello dei protagonisti (57%). Gli esperti puntano il dito contro l'eccesiva importanza data dall'informazione ad una partita di calcio (57%), il clima accusatorio nei riguardi degli arbitri (55%) e l'eccessiva importanza data al ruolo dei calciatori (52%). Il 36% accusa anche il ruolo dato alla donna all'interno dell'informazione calcistica, forse perché ancorata ancora a schemi palesemente maschilisti.

"Chi ritiene colpevole della mala comunicazione sul calcio?" Ecco che gli esperti "tirano in ballo" gli autori e responsabili dei programmi Tv (75%), cosi' come gli stessi conduttori Tv (64%) e gli opinionisti (61%) che hanno il compito di creare la polemica a tutti i costi per alzare le audience. Colpevoli a pari merito con il 55% delle votazioni i calciatori, i presidenti, i dirigenti e gli stessi giornalisti del calcio, rei di enfatizzare molte volte temi e argomenti che potrebbero benissimo essere trattati in maniera diversa, dimenticando che ogni loro dichiarazione, intervista, titolo possono avere effetti devastanti nell'opinione pubblica. Decisamente piu' lontani dalle responsabilita' gli allenatori (42%) cosi' come i tifosi (41%), considerati dagli esperti evidentemente piu' vittime che carnefici.

Ma secondo gli autorevoli intervistati "Cosa potrebbe contribuire a migliorare il clima mediatico nel calcio?" Il 73% afferma che risulta assolutamente necessario non permettere insulti, urla e litigi durante le trasmissioni, cosi' come il 71% e' convinto che bisogna assolutamente creare trasmissioni televisive diverse sul calcio, in termini non tanto di contenuti e argomenti, ma del modo di affrontarli. Il 68% in maniera piu' energica e' convinto che bisogna espellere dalla Tv chi si macchia di linguaggio violento, cosi' come e' necessario evitare le attese prebelliche prima delle partite (66%). Ben sei esperti su dieci (61%) poi non ha dubbi: eliminare subito la moviola. Un uguale 61% suggerisce di smorzare i toni in generale, mentre il 58% richiama invece ad un maggior principio di responsabilita' dell'informazione consigliando che sarebbe auspicabile evitare facili accuse a sfondo giornalistico. Il 41% degli esperti poi ritiene che sarebbe bene insegnare a scuola l'educazione allo sport.

Ma "quali potrebbero essere gli effetti della "mala" comunicazione calcistica?" Il 66% degli intervistati e' convinto che puo' sviluppare violenza ed in linea piu' generale il 61% afferma che non educa al civile dibattito e/o al confronto (causa molte volte di scontri che possono avere effetti violenti, incivili e di grave intolleranza). Il 59% risponde che contribuisce a creare la cultura dello scontro a tutti i costi, ed in linea simile il 55% afferma che provoca mancanza di rispetto nel prossimo. Effetti anche per la sfera emotiva con i possibili sviluppi di casi di ansia e stress (54%) cosi' come per la sfera comportamentale in quanto contribuisce a creare tensione sociale (54%).

Quali sono le categorie maggiormente a rischio della mala comunicazione del calcio? Al primo posto gli adolescenti (66%), seguiti dai bambini (61%), in generale dalle fasce di popolazione socialmente meno abbiente (59%) e dalle fasce con meno grado di acculturamento e/o di scolarizzazione (49%).
Il 59% dice che sono a rischio tutti indistintamente, ma soprattutto gli arbitri (59%), le forze dell'ordine (55%), gli immigrati (49%) e gli anziani (48%).

La Squadra ideale dell'informazione calcistica perbene

Gli undici elementi da tenere in considerazione contro l'inquinamento dell'informazione del calcio

1) Eliminare Urla, litigi, e offese all'interno di qualsiasi contenitore mediatico

2) Permettere che tutti possono esprimere la loro opinione sino in fondo, l'importante che sia nei confini della buona educazione e del rispetto degli altri

3) Aumentare l'attenzione sul calcio giocato e sui grandi gesti sportivi

4) Evitare di dare troppo spazio alla moviola: alimenta l'odio nei confronti degli arbitri e accende risentimento e voglia di vendetta

5) E' pericoloso esacerbare gli animi prima delle partite ed e' essenziale stemperare eventuali polemiche post gara

6) Evitare di fare facile dietrologia sui fatti e argomenti legati al calcio

7) Eliminare l'attenzione mediatica sugli ultras

8) Contribuire a generare un clima di sana ironia anche in prossimita' di grandi eventi

9) Eliminare dal vocabolario mediatico le parole tifo e ultras, e meglio dare spazio solo ai supporter

10) Evitare a tutti i costi di dare visibilita' e spazio agli eccessi, anche edonistici dei calciatori: fa solo da cattivo esempio!

11) Ricordare che tra il pubblico ci sono anche i bambini e i soggetti piu' deboli, in generale; quindi l'informazione ha bisogno di responsabilita'.

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