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Ciao Lauro. Siena ricorda Toneatto

di Redazione TMW.
Fonte: fedelissimoonline.it
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© foto di Federico De Luca

"L'amico Lauro è solo "andato avanti". Quelli come Lui non muoiono. Continuano a vivere nel ricordo di più generazioni di sportivi e tifosi ,non solo di Siena. "Sopravvivono" nella storia del calcio cittadino e nazionale. Ciao Lauro!!"
Così ha scritto l'amico Eugenio, un nostro assiduo lettore, questo è anche il nostro pensiero.
Se ne va con lui un pezzo importante della nostra storia, un esempio di grande uomo e calciatore, un mito di un calcio che non esiste più, quello che abbiamo vissuto da bambini.
Ho avuto la fortuna di vederlo giocare, di apprezzarne l'agonismo, la grinta, il carattere, un attaccamento alla maglia fuori dal comune.
E' stato il mito della mia gioventù e con il tempo si è trasformato in un amico vero, con cui spesso e volentieri scambiavo pareri e da cui ricevevo suggerimenti e consigli.
Per un lungo periodo Toneatto è stato il Siena. Non c'era avversario che riusciva a sovrastarlo, averlo come avversario era un incubo per tutti. Deciso ma corretto, energico ma senza cattiveria era un esempio per tutti i suoi compagni, un "nemico" giurato per i tifosi avversari che, in ogni campo lo accoglievano con i fischi.
Giunse a Siena nel 1955, acquistato da Danilo Nannini insieme ad altri giocatori, dall'Empoli ma le sue origini, mai rinnegate, erano friulane, di Flambro, dove era nato il 21 gennaio del 1933.


Vinse subito il campionato riportando la Robur in serie C in una esaltante stagione che si concluse con lo scudetto di IV serie.
Per altre sette stagioni il mitico Toni rappresentò l'anima della Robur, ottimi campionati con un solo rammarico: la sconfitta con l'Ozo Mantova patita del leggendario spareggio di Marassi. Al termine del campionato 1958-59.
Alla fine della stagione 1962-63, dopo aver difeso la casacca bianconera per 202 volte, si ritirò dal calcio gestendo con l'amico di sempre Dolfi, il Bar La Lizza che presto si trasformò in un vero e proprio covo di tifosi bianconeri.
Ma il Siena era ancora nel suo destino e, pochi mesi dopo aver smesso l'attività, quando Danilo Nannini, presidente del sodalizio bianconero, esonerò dalla prima squadra il tecnico Enrico Radio, con una delle sue geniali intuizioni pensò al capitano di tante battaglie e lo chiamò al capezzale della squadra, pericolosamente invischiata nei bassifondi della classifica.
Il Siena si salvò agevolmente e Toneatto fu confermato alla guida per altre due stagioni, trasmettendo a tutti i giocatori la sua proverbiale grinta.
Abbiamo ancora negli occhi quando corse a perdifiato per metà campo, affiancato a Beppe Basilico che avanzava palla al piede, investendolo di incitamenti, consigli e improperi finali per il passaggio sbagliato.. Una scena unica, un immagine che a distanza di tantissimi anni non abbiamo ancora dimenticato.
Da Siena spiccò il volo per piazze prestigiose e nel 1972-73 riuscì con un capolavoro a portare in serie A il Foggia, con cui, nell'anno successivo, disputerà il suo primo ed unico campionato di serie A.
Si era ritirato a Siena, la sua patria adottiva, e qui aveva riallacciato vecchie amicizie e create di nuove, con la Robur sempre nel cuore.
Il 13 maggio 2010, improvvisamente, se n'è andato e con lui un pezzo importante della storia del Siena. Altri scriveranno pagine importanti, ma Toni resterà un esempio per tutti.

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