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M. Mannini: "Solo per la Samp tornerei nel mondo del calcio"

di Diego Anelli
ESCLUSIVA SAMPDORIANEWS.NET
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© foto di Federico De Luca

Un'emozione, un onore, un motivo d'orgoglio. Sampdorianews.net ha intervistato in esclusiva uno dei principali protagonisti della Samp d'Oro di Paolo Mantovani, un giocatore sempre contraddistintosi per qualità tecniche, umane e professionali. Tra il 1984 e il 1999 ha indossato con grande stile la casacca blucerchiata, collezionando in campionato ben 377 presenze, condite da 7 goal, tra i quali spicca la storica marcatura in quel Sampdoria - Lecce, consentendoci di conquistare lo Scudetto. Stiamo ovviamente parlando di Moreno Mannini, un uomo, un giocatore che vivrà per sempre con indosso i colori blucerchiati. Ecco la nostra intervista in versione integrale:

Cosa fa oggi nella vita Moreno Mannini: sei rimasto attivo nel mondo del calcio, o hai preferito staccare dall'ambiente?
"In questo momento non lavoro nell'ambiente calcistico, ho preferito dedicarmi ad altri settori, in primis la famiglia, voglio stare vicino ai miei bimbi, seguirli e vederli crescere. Quando saranno cresciuti, valuterò eventuali opportunità che mi si presenteranno".

Ti saresti aspettato un ruolo dirigenziale nella passata, o nell'attuale Sampdoria?
"La Sampdoria sarà per sempre un'importante parte della mia vita, con lei ho vissuto 16 anni. La Samp rappresenta l'unica possibilità per il sottoscritto di ritornare nel mondo del calcio, la maglia blucerchiata ce l'ho attaccata addosso. Devo però dirti la verità che non ho mai ricevuto contatti dalla dirigenza".

Ti abbiamo visto recentemente all'opera nel Derby della Solidarietà: nonostante siano passati diversi anni dal tuo ritiro, hai denotato una condizione fisica ammirabile.
"E' sempre un piacere poter partecipare a belle partite per cause così importanti. Il tempo passa, sono trascorsi ormai 10 anni dal mio ritiro agonistico, ma il buon Dio mi ha dato la fortuna di avere un fisico che non si sforma, sono perfino dimagrito, le gambe non hanno più i muscoli di una volta, non ho particolari limitazioni a tavola".

I ricordi della tua lunga esperienza in blucerchiato
"Ho vissuto emozioni straordinarie, sai nella vita tutte le cose hanno un prezzo, tranne le emozioni. Almeno per 6 -7 anni eravamo all'altezza di qualunque squadra, abbiamo vinto lo scudetto, siamo arrivati in finale di Coppa dei Campioni, ho provato emozioni indescrivibili, porterò dentro di me dei ricordi indimenticabili. Siamo felici di poter essere ricordati nella storia della Sampdoria, anche perché si è consapevoli che saranno traguardi difficilmente ripetibili".

Recentemente Roberto Mancini ha dichiarato che in circolazione non si riesce a trovare un Presidente all'altezza di Paolo Mantovani...
"Ho avuto la fortuna di conoscerlo per tanti anni, ritengo Paolo Mantovani una persona irripetibile, irraggiungibile, indimenticabile. Non conosco personalmente il Presidente Garrone, non esprimo giudizi verso una persona che non conosco, me lo ricordo come nostro sponsor nell'epoca d'oro. Possiede comunque le potenzialità anche economiche per tenere la Sampdoria su ottimi livelli, la sua famiglia si sta impegnando molto per questa società, come testimoniato dalla volontà di tenere Cassano, nonostante sia molto ambito per i suoi recenti grandi campionati e la sua maturazione come uomo".

Come è rimasto nel corso del tempo il tuo rapporto con i tifosi sampdoriani?
"Straordinario. Vengo poco a Genova, ma, quando riesco, cerco sempre di abbinare le mie visite alle partite della Sampdoria. Quando mi incontrano, i tifosi mi fanno sempre delle gran feste, mi trasmettono stima, affetto e allegria, ma del resto lo sappiamo bene tutti, i tifosi sampdoriani sono da sempre eccezionali".

Quasi tutti i protagonisti della Samp d'Oro hanno sempre ricevuto accoglienze straordinarie. Soltanto alcuni tuoi ex compagni, caratterizzati anche da un carattere forte, hanno avuto qualche screzio con una parte della tifoseria, come te lo spieghi?
"Come dicevi te talvolta incidono anche aspetti caratteriali, come per esempio nel caso di Mancini, Pagliuca e Vierchowood, ma in dieci - quindici anni, può anche starci che, a causa di un gesto, una dichiarazione, si possano creare incomprensioni, ma il tempo aiuta a risolverle. Anche in occasione del derby della solidarietà, tutti loro hanno ricevuti applausi dal pubblico, alla fine vincono i ricordi positivi".

Le motivazioni del tuo addio?
"Con la Sampdoria ho iniziato in A e volevo terminare nella massima serie, all'epoca avevo ancora un anno di contratto, ma comunicai la mia decisione al Presidente Enrico Mantovani".

Il più grande rimpianto e la gioia più indescrivibile vissuti nel corso della tua carriera?
"Sicuramente la conquista dello scudetto è stata la soddisfazione più autentica, tanti addetti ai lavori non ci consideravano una grande squadra, ma noi sapevamo di esserlo, eravamo molto forti e ci conoscevamo bene. Il più grande rammarico non riguarda la finale di Coppa dei Campioni, eravamo comunque soddisfatti di averla raggiunta al primo tentativo e avevamo dato tutto in campo. Stavo molto male ogni qual volta mi infortunavo, non è bello stare fuori a vedere i compagni soprattutto quando le cose non vanno nel senso giusto, alla notte non me ne capacitavo".

Quale è il tuo giudizio sull'attuale Sampdoria?
"Sulla carta è senz'altro una buona squadra, poi è sempre il campo a dire la verità, troppe situazioni incidono sul rendimento di una formazione. Qualcosa manca ancora alla Sampdoria in qualche ruolo chiave, ma, con il mercato di oggi, quasi in ogni momento si può migliorare, senza dimenticare che, anche se nessuno lo ammetterà mai, ad ogni squadra mancherà sempre qualcosa".

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