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Inter, Mourinho sul problema con Ramazzotti

di Redazione TMW.
Fonte: ww.inter.it
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© foto di Filippo Gabutti

Questa è la seconda sintesi della conferenza stampa di José Mourinho alla vigilia di Inter-Livorno di Tim Cup.

Premesso che restiamo dell'idea che non possa essere considerato colpevole il giornalista, il fatto è molto grave, tanto grave che il presidente Moratti si è sentito in dovere di scusarsi con Andrea Ramazzotti. Tutto ciò non le ha fatto pensare di essere andato un po' oltre i limiti?
"Il mio presidente fa quello che deve fare. Quello che gli sembra più giusto fare. Io non commento mai quello che fa il mio presidente e sono assolutamente d'accordo se il presidiente ha fatto questo".

Ha fatto una cosa che Mourinho non ha ancora fatto...
"Già detto prima. Se il suo collega fosse seduto qui in sala stampa, sulla sedia che solitamente occupa, gli avrei chiesto scusa senza nessun tipo di problema. L'ho già detto. Posso forse dire che non è vero che l'ho insultato? Sono più uomo se affermo questo? Io dico che l'ho insultato e vi spiego il processo che mi ha portato a farlo. Sono d'accordo sul fatto che non avrei dovuto utilizzare parolacce e offenderlo, ma per me è tutto finito".

Stando qui e accettando questo confronto forse è finita per Mourinho, ma non per noi. Al di là del problema con Andrea Ramazzotti, noi domenica avevamo già capito che era mancata la comunicazione tra Mourinho e l'ufficio stampa, ma c'è anche quello che è accaduto in Champions e che sta accadenmdo da un po' di tempo. Mourinho ci ha abituato a una comunicazione molto diversa...
"Quando ho parlato con il delegato Uefa e lui mi ha detto che in tutta Europa non c'è un allenatore che nelle interviste post partita ha mai fatto quello che ha fatto Mourinho. Non c'è nessuno che lavora con la stampa come lavora José Mourinho, con la stampa locale, internazionale, prima e dopo la partita, con la stessa disponibilità dopo una vittoria, un pareggio o una sconfitta, che sia triste, arrabbiato, frustrato o felice. Non c'è nessuno che fa questo come l'allenatore dell'Inter e arriva a ringraziare la società per iscritto. È questa è la storia di Mourinho in Champions. Nell'ultima partita disputata al 'Meazza' ho chiesto al delegato stampa Uefa, il signor Goran Havik, che non avrei voluto sbagliare nulla, che non volevo mezza critica negativa nè per me nè per la società, ma che avrei voluto sapere quello che esattamente, per regolamento, avrei dovuto fare e lui mi ha spiegato: un'intervista in diretta con la tv broadcaster italiana, quella che aveva i primi diritti della gara, dopo a mia discrezione avrei dovuito parlare con due, al massimo tre, tv broadcaster internazionali. Ho risposto che non avrei parlato nè con due nè con tre, ma con cinque, ma senza italiane, e ho chiesto con quali avrei dovuto parlare. Lui mi ha risposto che avrei dovuto essere disponibile per la tv inglese, per Al-Jazeera, le altre sarebbero state a scelta e abbiamo optato per la tv portoghese, svedese e danese. Ho fatto tutte e cinque le interviste, poi mi sono presentato in conferenza stampa dove ho parlato per 30 minuti, quindi ho concluso con Inter Channel. Io voglio sapere quali critiche si possono muovere al mio comportamento in Champions League".

Proprio perchè sappiamo della disponibilità di Mourinho e sappiamo come si è comportato fino ad adesso, non sapevamo perché si era rifiutato di parlare con Sky e Mediaset?
"Io ho fatto tutto".

Allora, diciamo così: non riusciamo a capire perche Mourinho, nonostante abbia il consenso della mezza Italia interista, che gli riconosce di essere un grande tecnico e comunicatore, abbia questo tipo di atteggiamenti. Si avverte nettamente che c'è qualcosa che non va, come se si fosse rotto qualcosa...
"Di tutto quello che è accaduto c'è solo una cosa che non mi piace ed è il doppio insulto che ho rivolto al vostro collega e niente di più. Non sono stato maleducato in nessun altro caso. Non ho mancato di adempiere agli impegni di comunicazione del mio club. Contrariamente a quello che voi avete scritto, non è vero che non mi sono presentato in conferenza stampa dopo Juventu-Inter perchè avevamo perso, ma solo perchè ero stato espulso. Allo stesso modo quando sono stato espulso a Cagliari, una gara che avevamo vinto, non mi sono presentato in sala stampa. Ugualmente non ho tenuto la conferenza prima di Atalanta-Inter perchè ero squalificato. Sto seguendo dal primo momento sempre gli stessi principi. L'unica cosa che, ripeto, non dovevo fare e invece ho fatto è il doppio insulto al vostro collega".

Avrà notato che molto colleghi questa sera non sono presenti alla sua conferenza stampa. Che cosa potrebbe cambiare da qui in poi nel suo rapporto con i media?
"Prima di tutto voglio dire che c'è una cosa che mi piace tanto e questa cosa è la solidarietà. Io lotto sempre per la solidarietà dei gruppi nei quali lavoro e nelle società. È una cosa che mi piace tanto e una cosa per la quale lotto sempre con decisione. Se tra di voi giornalisti esiste questa solidarietà, io applaudo. Se i vostri colleghi che non sono presenti qui stasera non stanno neppure guardando questa conferenza stampa in tv, a loro rivolgo un doppio applauso. Ma se i vostri colleghi sono a casa o in redazione a seguire questa conferenza, dico che è una mancanza di personalità. Personalità, coerenza e solidarietà verso il vostro collega Ramazzotti significa non seguire la conferenza stampa, alla quale lui non è presente, oppure è giusto comportarsi come voi che siete qui: senza paura, pensate che Mourinho abbia offeso un collega, ma non avete paura di me, siete qui, mi fate domande che dimostrano chiaramente che non siete in alcun modo d'accordo con me: ma con personalità e senza alcun problema nell'esprimere il vostro dissenso. Io applaudo questo vostro comportamento. Guardando dalla vostra parte credo ci siano due possibilità: essere qui a lavorare ponendo anche delle domande scomode senza problema oppure ignorare completamente la conferenza stampa di una persona che non merita nè oggi nè mai la vostra attenzione e considerazione. È un'opzione che io accetto, senza nessun problema, non cambio niente, l'offesa rivolta a un ggiornalista è la prima in carriera e spero anch l'ultima, ho chiesto già aiuto a chi secondo il mio parere ha sbagliato chiedendoli di non sbagliare mai o di farlo il meno possibile, in modo che una persona come me che è sempre esposta all'interesse della stampa possa essere un pochino più protetta e loro adatti al mio modo di lavorare. Le conferenze stampa del futuro saranno quelle di sempre, se c'è una squalifica non mi presenterò in conferenza stampa. Quello che farò in più nell'ambito di comunicazione dipenderà dal mio stato emotivo in quel preciso momento, però non accadrà mai che mancherò di adempiere agli obblighi che il mio club ha nei confronti dei media. Sarò presente prima e dopo le partite". (Inter.it)

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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