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Nesti Channel - Juventus, la caduta degli dei...

di Redazione TMW.
Fonte: di Andrea Ranaldo per Nesti Channel - carlonesti.it
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Sarebbe bello se i periodi più felici rimanessero intatti per sempre: gli spericolati anni adolescenziali, gli amori più teneri, i (rarissimi) governi esemplari.
Il corso del tempo si dimostra però impietoso schiacciasassi, provocando conseguenze spesso dolorose. E' anche il caso della juventus F.C. , un tempo regina del calcio italiano, oggi compagine alla disperata ricerca dell'identità storica perduta.
E' il caso, soprattutto, di alcuni dei suoi uomini simbolo, trasformatosi da colonne portanti a vere e proprie zavorre.

Non me ne vogliano i diretti interessati: il mio è un discorso ad ampio respiro, che ha pochissima attinenza con l'ennesimo e ingiustificabile passo falso stagionale. E' però giunta l'ora di aprire gli occhi, e arrivare a decisioni drastiche. Per il bene della Juve: perché i giocatori passano, ma la maglia resta. E sono i colori bianconeri, quelli che ci preme riveder tornare ai fasti di un tempo.

La problematica numero 1 (e non è un caso...) risponde al nome di Gigi Buffon. Il portiere bianconero continua ad essere pompato dai media come il più grande portiere del mondo, senza tuttavia avere più alcuna dimostrazione nei fatti. Le prestazioni degli ultimi mesi sono infatti al limite dell'imbarazzante. E tale constatazione non deriva solamente dalle enormi aspettative che si possono avere per un portiere che è (stato?) uno dei più grandi interpreti del ruolo della storia. Anche paragonandolo a Manninger, notiamo come l'estremo difensore austriaco si sia disimpegnato ottimamente, arrivando addirittura ad avere una media gol subiti di molto inferiore a quella di Gigi. I limiti evidenziati negli ultimi tempi restano tuttavia piuttosto misteriosi: sicuramente, i numerosi problemi fisici non lo hanno aiutato a ritrovare la continuità di rendimento a cui eravamo abituati. Resto però convinto che il bandolo della matassa sia da ricercare nella totale mancanza di stimoli. Ne sono la prova le continue dichiarazioni, sia in prima persona che tramite il suo agente, in cui da settimane si va dicendo come in caso di una proposta folle, sarebbe automatico valutarla attentamente. Se tale offerta sia veramente giunta in Corso Galileo Ferraris non è dato saperlo; quel che è certo, è che un eventuale addio potrebbe rivelarsi un toccasana per entrambe le parti in causa. Buffon potrebbe tentare una nuova avventura, andando alla ricerca di quella Champions League ampiamente meritata, mentre la Juventus avrebbe le forze economiche necessarie per ridurre ulteriormente il gap tecnico con l'Inter. Forse non la competenza...Ma sarà soltanto il tempo a dircelo.

Gli altri campioni sotto accusa sono coloro che negli ultimi anni hanno reso straordinario l'attacco bianconero: Camoranesi, Nedved, Trezeguet e Del Piero. Sono loro i Samurai a cui Lapo aveva affidato il compito di riportare la Juventus ai vertici. Una missione portata avanti con determinazione, a cui tuttavia manca la spinta finale. E tale spinta, purtroppo, non può più arrivare solo da loro. Per una questione puramente anagrafica: assodato che Nedved darà a giugno l'addio al calcio, è evidente come sia anacronistico puntare per il futuro su giocatori ampiamente sopra la trentina. Tra questi, il solo Camoranesi potrebbe recitare ancora un ruolo da assoluto protagonista, se non fosse che da due anni a questa parte è più avvezzo all'infermeria che al campo di gioco.
Per Trezeguet il discorso è diverso: sono anni che sembra sul punto di abbandonare la Juventus, ma puntualmente si arriva al mercato con zero potenziali acquirenti. Numeri alla mano appare abbastanza inspiegabile, ma non così assurdo, se si pensa che tutte le grandi d'Europa godono di un centravanti manovratore. Ora che il francoargentino sfiora i 32 anni, ed è reduce da una pulizia ad entrambe le ginocchia, sperare in un'offerta economicamente soddisfacente appare pure utopia. In ogni caso, ritengo il ciclo di Tezeguet alla Juventus ampiamente giunto al capolinea.

Ultimo, ma non ultimo, Alessandro Del Piero. Il giocatore che più di tutti ha scritto la storia della Juventus, è ragionevolmente sotto l'occhio del ciclone. Non tanto per il suo rendimento in campo, che rimane comunque molto deludente, quanto piuttosto per alcuni atteggiamenti che non rendono ben chiaro se Alex ami più la Juventus o se stesso. A partire da un egoismo incomprensibile, che lo portano spesso e volentieri a scegliere l'opzione sbagliata sul terreno di gioco (come quando domenica ha concluso da posizione defilata, con Chiellini e Tiago a centro area soli davanti alla porta sguarnita) e nelle dichiarazioni, attraverso le quali si evince la sua volontà a rimanere alla Juventus ancora molti anni. Non ci sarebbe nulla da eccepire, se non fosse che le sue pretese non si limitano ad un impiego col contagocce, ma richiedono un ruolo da attore protagonista. Ruolo che, una carta di identità ingiallita non può rendere possibile e plausibile. L'ennesima goccia che potrebbe fare traboccare il vaso è arrivata ieri, con la squadra a sorbirsi la ramanzina di Ranieri, e Alex assenteista che preferisce riscaldarsi in palestra. Un comportamento da nota sul registro, visto che è da lui che ci si aspetta il buon esempio: un Capitano infatti non deve mai e poi mai abbandonare la nave. In questo caso, però, il contrario sarebbe forse più che legittimo...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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