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La meglio gioventù

di Alessio Calfapietra
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© foto di Filippo Gabutti

La fortuna assiste tutti noi, è il caso di dirlo. Talmente forte è la voglia di rituffarsi nel calciomercato che la Figc, su richiesta della Lega, ha chiesto alla Fifa di anticipare al primo gennaio l'apertura della campagna trasferimenti. Qualora la richiesta fosse accolta, avremo una settimana in più da vivere insieme, attimo dopo attimo, affare dopo affare. Nell'attesa di buone notizie da Zurigo, le squadre continuano a muoversi sotto traccia sperando che il mercato di riparazione serva effettivamente per rimediare agli errori commessi in estate (e sono tanti a dover fare mea culpa) oppure, in relazione alle società che sotto l'ombrellone si sono mosse per bene, si riveli fruttuoso in vista della stagione successiva. Chi ha più bisogno di interventi? La stretta attualità porta alla Lazio: squadra in ritiro, tecnico sotto accusa e classifica allarmante. Lotito ha già promesso investimenti ma il rischio che l'inverno degli aquilotti passi da gelido a glaciale è molto forte. Bisogna considerare i fatti per quelli che sono: Ballardini ha ereditato la stessa formazione dello scorso anno, con l'aggiunta di Cruz e Bizzarri, due riserve, ed Eliseu, un allegro carneade, alla quale vanno tolti i celebri dissidenti e gli acquisti di Zarate e Matuzalem che già figuravano nei quadri tecnici. Come se non bastasse, il peso delle Coppe toglie energie e ricambi ad un gruppo numericamente ridotto. Il reintegro di Stendardo rischia di diventare un pannicello caldo, quando il malato avrebbe invece bisogno di una terapia d'urto. C'è chi mette in dubbio l'adattabilità alla piazza romana di un carattere quieto come quello di Ballardini: la risposta forse sta nel mezzo, visto che ciò che manca all'organico in termini qualitativi e numerici può essere compensato solo parzialmente da una guida forte e sicura. Suona dunque l'ora di ammainare l'orgoglio e ricercare la soluzione adatta per il bene della Lazio. E subito. Altra società che dovrebbe correre ai ripari è il Siena, l'interregno di Baroni non sembra promettere prosperità e dunque la piazza può prepararsi a riaccogliere il tanto amato Beretta come atto di fede per l'addio all'ultimo posto. Ma visto che sono i giocatori a scendere in campo, il club toscano dovrà operare massicciamente e svolgere così una sessione di mercato in entrata, dopo che quella estiva si è limitata alle cessioni ed all'arrivo di qualche promessa. La Sampdoria, coinvolta in un calo di gioco e risultati, dovrà resistere agli assalti del Chelsea che non vede l'ora di rifarsi del tempo perso in seguito al blocco del mercato, Poli e Pazzini, due gioielli di prossima e immediata utilità, sono pronti a venire sommersi di sterline, spetterà a Marotta saper decidere per il meglio. Anche Livorno e Bologna dovranno darsi da fare, pur se le prime notizie provenienti dai labronici, e cioè la possibile cessione di Lucarelli, non sono entusiasmanti.

Le grandi invece possono permettersi di rimanere a guardare. L'Inter non ha bisogno di ritocchi significativi (al di là del sostituto invernale di Eto'o) ed infatti si sta muovendo per acquisire un difensore giovane che svecchi il reparto arretrato: l'argentino Otamendi è la pista più costosa, Mario Fernandes quella più ambiziosa, con il gigantesco Sebastian Coates a fare da interessante outsider. A proposito di giovani, Mourinho ha intrapreso la linea inflessibile con Santon ed ha annunciato di voler continuare anche con Balotelli, da lui bollato come peggiore in campo contro la Roma. A dimostrazione che i tecnici stranieri hanno sì il coraggio di puntare su elementi in verde età, ma che la pressione e le insidie del nostro campionato li portano a rivedere i loro convincimenti e riporre le promesse nel cassetto, almeno temporaneamente. La Juventus, all'apparenza, rimane immobile (ora che Trezeguet ha raggiunto Sivori sarà ancora più difficile riuscire a privarsene), mentre il Milan continua la linea verde intrapresa questa estate. Investimenti a lungo, lunghissimo raggio. Agli arrivi di Zigoni, Barbetti e Beretta, destinati a blindare una Primavera divenuta formidabile, hanno fatto seguito quelli di Dominic Adiyiah, Edmund Hottor e Gustavo Leonel Pereyra. L'attaccante ghanese, salvo corte serrata da parte di Spinelli, va a coprire il ruolo di esterno tanto reclamato portando in dote il titolo di miglior giocatore ai mondiali under 20, il connazionale della Triestina, invece, aspira a compiere una trafila vincente in maglia rossonera per poter eguagliare, un giorno, l'indimenticato Desailly. L'argentino, da ultimo, si candida a diventare la mina vagante dell'attacco a disposizione di Stroppa che già si fregia di un grande interprete come Simone Verdi. Ai tifosi del Milan, quando si parla di mercato, conviene pensare sempre al futuro: se il presente coincide con gli acquisti di Huntelaar (sinora tra i nuovi stranieri più deludenti) ed Onyewu, a tacere poi dell'immancabile prestito di Beckham, meglio dedicarsi a fantasticare uno squadrone fra diversi anni. Lo dicevamo in tempi non sospetti, occorre dare fiducia a Leonardo nel suo lungo stage da aspirante allenatore di successo. I risultati iniziano a dargli ragione, non solo grazie a estemporanei exploit di Champions ma anche in virtù di una ritrovata costanza in campionato. Bisogna avere pazienza e non pretendere tutto subito: del resto anche il brasiliano, per il ruolo che occupa, è poco più che un giovane di belle (grandi) speranze. L'ultimo pensiero è per Kakà: non avevamo dubbi che San Siro lo avrebbe omaggiato del suo sincero e disinteressato applauso. Un grande amore è difficile da dimenticare, certe volte addirittura impossibile.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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