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...con Luca Bucci

di Andrea Lolli
Intervista realizzata da Raffaella Bon
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Partiamo dalla gara che hai giocato quest'anno contro il Cagliari, dove in tanti ti hanno definito un quarantenne che può dare ancora molto a questo calcio
"Non so se a quarant'anni è ancora il momento di pensare a cosa fare il prossimo anno, i prossimi sei mesi, o è il momento di pensare a cosa fare nei prossimi vent'anni. Credo che alcuni obiettivi nella mia carriera li ho raggiunti, uno dei miei sogni era giocare fino a quarant'anni e ci sono arrivato. In alcuni frangenti potevo essere più fortunato, ma potevo anche non avere niente di quello che ho avuto quindi penso di essere una persona fortunata per quello che ho fatto".

Questi sei mesi al Napoli come sono stati?
"Sono stato bene, ho avuto l'opportunità di far parte di una squadra in una piazza molto importante, ma purtroppo le cose non sono andate bene. Ora è anche inutile entrare in merito ai perché, penso non abbia senso, ma credo che il Napoli avrà il prossimo anno l'opportunità di fare una grande squadra e fare un campionato di vertice".

Il primo acquisto di mercato è stato già ufficializzato, è Fabio Quagliarella con cui tu hai già giocato a Torino
"Lo conosco bene, è un bravo ragazzo e un ottimo giocatore. Ai tempi di Torino si vedeva che aveva ottime qualità ed ora credo sia diventato ancora più bravo perché ha una maturità come attaccante, data dagli anni, che prima non aveva".

Il Napoli ha perso Reja in questa stagione, tu cos'hai ricevuto da lui?
"Ho avuto un buon rapporto con lui quando ero a Torino ed anche adesso al Napoli. Quando viene esonerato un allenatore credo che la responsabilità sia anche dei giocatori. E' una frase fatta e strausata, ma è così".

Adesso invece c'è Donadoni con cui hai ottimi ricordi da giocatore in Nazionale
"Ho fatto un Mondiale e un Europeo con lui come giocatore, credo sia una persona e un allenatore molto bravo. Abbiamo ricordato ogni tanto qualche aneddoto legato a questo e abbiamo anche scherzato sul fatto che io gioco ancora".

Da veterano qual è stato il rapporto coi giovani del Napoli?
"Ad un certo punto diventa strano perché sei quasi coetaneo degli allenatori rispetto ai giocatori. C'è sicuramente una differenza di mentalità, soprattutto per gli interessi nella vita normale, ma credo che i miei compagni o ex compagni mi abbiano apprezzato per la serietà che ho messo nel lavoro quotidiano".

Per quanto riguarda invece il Torino è arrivata la retrocessione, te l'aspettavi?
"Non me l'aspettavo per quella che inizialmente era la squadra e le aspettative. Purtroppo però non sempre si riesce a costruire ed amalgamare gruppi vincenti. Mi dispiace molto perché sono legato al Toro, ho passato sei anni molto belli in una città dove sono stato molto bene, ma quando si fanno partite poco buone e si passano momenti difficili dove anche gli episodi ti condannano diventa difficile creare il clima giusto. Poteva retrocedere il Torino e anche il Bologna, ma nell'ultimo scontro diretto se c'era una squadra che doveva vincere era proprio il Torino e si sarebbe guadagnato la salvezza. Così non è andata, hanno preso traverse, pali e sbagliato gol poi la legge del calcio li ha puniti ed è stata spietata".

Secondo te solo sfortuna o anche acquisti sbagliati e sbagliata programmazione?
"Io non sono un tecnico, ma gli acquisti all'inizio possono sembrare migliori poi con il passare dei mesi rivelarsi sbagliati. Uno magari va in un ambiente nuovo e non si trova bene, a me è capitato di andare in piazze dove altri si trovavano bene, ma io non mi trovavo a mio agio e non ho reso come potevo. Viceversa sono andato in ambienti dove altri sono stati male e io bene, è un po' soggettivo. Può poi capitare anche un'annata storta dove il giocatore non riesce a rendere, anche per problemi fisici, e si fa presto a dire che sono stati sbagliati gli acquisti. In realtà all'inizio si creano aspettative più o meno importanti e poi è il campo che decide, in questo caso il campo ha dato il suo verdetto negativo e bisogna accettarlo con serenità il più possibile anche se fa male. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e guardare solo al futuro perché piangere sul latte versato non ha più un gran senso".

E il futuro da dove può ripartire?
"Sono anni che non sono più dentro a quell'ambiente quindi non so quali possono essere i punti forti o i punti deboli. E' difficile dire, di sicuro è una piazza che in B può avere dalla sua parte un grande entusiasmo, un pubblico che ama la squadra".

Quindi secondo te i tifosi non condanneranno Cairo?
"I tifosi possono condannare e creare un clima estremamente ostile invece di aiutare la squadra con il proprio cuore. Questa è una scelta che sta a loro, ma non aiuta di sicuro la squadra che loro amano".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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