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...con Christian Brocchi

di Andrea Lolli
Intervista di Raffaella Bon
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© foto di Federico de Luca

Un passato in rossonero, un presente in biancoceleste. Della Lazio non può parlare, bocca cucita dalla società del Presidente Lotito. Del Milan, il suo vecchio Milan, ne parla più che volentieri, dopo la smobilitazione in rossonero. Christian Brocchi si apre a Tuttomercatoweb.

Innanzitutto partiamo dalla cessione di Kakà al Real Madrid, tu che sei stato anche suo compagno cosa ne pensi?
"Il calcio italiano in questo momento fa fatica e come nella vita, per andare avanti, deve darsi delle regole e rispettarle. Il Milan doveva risanare quindi la scelta di cedere Kakà è stata forzata, ma allo stesso tempo obbligata. Nel corso degli anni è stata la squadra che forse più di tutte ha dimostrato il proprio legame con certi giocatori e se ha fatto questa scelta vuol dire che proprio non c'era altra scelta. In altre occasioni non avrebbero mai ceduto un giocatore di tale importanza e con tale attaccamento alla magllia".

Quindi le epoche d'oro ormai sono finite, a parte l'Inter?
"Sì perché bisogna avere una giusta gestione dei bilanci e per fare certe manovre servono le risorse economiche adeguate. Il Milan non aveva evidentemente la possibilità di risanare il bilancio con le proprie forze e doveva fare cose di questo tipo".

Quindi non ti aspetti che arrivi un altro campione in sostituzione di Kakà?
"Assolutamente no, anche perché sennò non avrebbe avuto senso la cessione. Un grande investimento sui 50 milioni di euro sicuramente non ci sarà".

Nemmeno uno sui 30, come Dzeko?
"Non credo, per me non è una cosa che potrebero fare".

Ai tifosi del Milan cosa puoi dire?
"Dispiace per la delusione che hanno patito e spero sia solo legata ai veri valori dimostrati da Kakà negli anni. I tifosi, però, negli ultimi tempi hanno preso un sopravvento negativo nei confronti di tutto e tutti, ma devono capire che in questi momenti certe scelte, che possono essere anche controproducenti, vanno fatte e accettate. Penso anche che i tifosi del Milan siano gli unici, in Italia e nel Mondo, che non possano lamentarsi visto quanto ha vinto nel passato recente la squadra".

Un Kakà senza Milan lo vedi comunque vincente?
"Sicuramente perché ha grande serietà, grandi doti e oltretutto avendo lavorato al fianco di uno come Paolo Maldini per tanti anni avrà maturato un'importante esperienza che si porterà dietro per tutta la carriera".

Al Real lo vedi bene?
"Sì, sono quei giocatori che fanno poca fatica ad inserirsi, soprattutto se hanno la volontà di mettersi in gioco e lui essendosi trasferito l'avrà sicuramente".

Si parla anche di Pato al Chelsea, ci credi?
"Non so se sia una voce vera o meno, lui comunque è giovane e ancora deve dimostrare molto al Milan. Credo che sia giusto provi a fare quanto ha fatto Kakà, poi valutare un'eventuale partenza".

E conoscendo Pirlo credi che seguirà Ancelotti?
"Pirlo è una cosa diversa, negli anni ha dimostrato veramente tanto e mi è dispiaciuto sentire con la Roma qualche mugugno nei suoi confronti. Per le sue caratteristiche è unico al mondo, ma come tutti può avere periodi difficili. Sentirsi poi criticato da una parte della critica fa sì che uno possa anche propendere per andarsene e lui credo ci stia pensando".

Parlando di fischi, come ci sei rimasto dopo quelli a Maldini?
"Mi dissocio totalmente, è stata una cosa che non mi è piaciuta per niente. Credo che il rispetto sia alla base di tutto e Maldini è il giocatore che ne merita di più per quanto fatto. Può aver detto una o due frasi sbagliate nella sua carriera, ma quanto fatto in campo cancella ampiamente tutto".

E il saluto datogli da Firenze te l'aspettavi?
"Me l'aspettavo perché so che il pubblico di Firenze è intelligente. Loro amano i grandi giocatori, che onorano la maglia e il gioco del calcio, percui non mi sono stupito".

Quindi quando Gilardino è arrivato a Firenze ti aspettavi la sua rinascita?
"Sì, quello è fuori discussione e non avevo dubbi".

Ancelotti al Chelsea come si troverà?
"Credo dipenderà molto da come riuscirà a imparare la lingua. E' un ottimo comunicatore e ha basato i suoi successi sulla comunicazione coi giocatori, percui se imparerà in fretta l'inglese credo potrà spiegare subito al meglio quello che vuole".

E Leonardo invece come lo vedi?
"Anche se è alla prima esperienza conosce il Milan nei minimi dettagli, passa solo dalla scrivania al campo, ma conosce tutti gli aspetti della squadra".

Tu sei andato via ma il tuo cuore è rimasto al Milan
"Sì, per me il Milan è sempre una famiglia, una seconda casa e il bene che voglio a questa società è immenso".

E Firenze è una famiglia adottiva?
"Io ho sempre detto che Firenze è stato un grande amore, mi sono affezionato perché quello che mi ha dato la gente di Firenze non me l'ha mai dato nessuno e questa rimarrà una parentesi che ricorderò sempre perché è stata qualcosa di inaspettato".

Ultima domanda, il tuo futuro è alla Lazio?
"Sì, ho due anni di contratto e a Roma sto bene".

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