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...con Caracciolo

di Andrea Lolli
Fonte: Intervista realizzata da Raffaella Bon
"Voglio recuperare le occasioni perse"
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© foto di Federico De Luca

Il Brescia non sta vivendo un grandissimo momento e Andrea Caracciolo, oltre a parlarci di sè, dà la sua ricetta per rilanciarsi verso le zone alte della classifica.

Cosa non ha funzionato finora nella stagione del Brescia?
"Ci aspettavamo qualcosa in più, siamo partiti pensando di essere fra le squadre in lotta per la A e ci siamo trovati dove siamo ora. Sicuramente manca qualcosa visto dove siamo".

Dove vedi questa mancanza?
"Non lo so, ci saranno gli addetti ai lavori che pensano a queste cose. Per me la rosa va rinforzata in generale un po' dappertutto".

Si parla di Flachi in partenza
"Non credo, Francesco si trova bene con noi anche se ha avuto poco spazio. Con il Modena è entrato e ha segnato il gol vittoria, questo gli darà un po' di carica ed era quello di cui aveva bisogno. Ora, magari, il mister inizierà a proporlo di più e potrà essere molto utile al Brescia".

Nel tuo futuro, invece, c'è la A?
"Sarebbe bello, ma non mi va di parlare di mercato".

Parliamo di te, come ti sei avvicinato al calcio?
"A sei anni ero iscritto in una squadra di Milano, poi ho fatto cinque anni al Milan da difensore centrale. Quelli sono stati anni importantissimi, dove mi hanno insegnato tanto".

Della scuola Milan si parla molto bene
"Sono d'accordo, ho avuto cinque allenatori bravissimi e già a quell'età giravamo Italia ed Europa per fare tornei. Sono state esperienze molto belle. Anche a livello tecnico-tattico mi è servito tanto".

Quale esperienza ricordi con più piacere?
"Il Brescia, quando ero in A ho giocato con Baggio e Guardiola. Questa squadra mi ha dato tanto".

Con Baggio hai mantenuto rapporti?
"Non lo sento da tanto, ma giocare con lui è stato bellissimo. Per me lui era uno dei più amati e migliori al mondo, averlo con me in squadra che mi dava consigli era fantastico".

Cosa ne pensi di due tuoi ex allenatori: Del Neri e Cavasin?
"Del Neri l'ho avuto i primi tempi a Palermo e con lui nel girone d'andata avevo giocato molto bene. C'era stata una discussione in campo dopo una sostituzione, ma lui ha accettato subito le mie scuse e credo anche sia molto preparato. Cavasin è stato un grande allenatore. E' arrivato a Brescia, ha portato ventimila persone allo stadio, cosa che non si vedeva da anni, ed ha portato entusiasmo e lealtà verso tutti. Di lui ci si può fidare ciecamente perché è molto preparato e viveva di calcio".

Cosmi, invece, è un grande motivatore visto quello che sta facendo a Livorno?
"Cosmi è una bella persona. Riesce a tenere tranquilli i giocatori per farli rendere meglio e riesce anche ad avere con tutti un bel rapporto. E' preparato tecnicamente e insieme al suo secondo Palazzi forma una bella coppia. Ovunque sia andato ha fatto bene".

Come ricordi il tuo esordio?
"E' stato il 6 gennaio 2002, in Bologna-Brescia. In panchina c'era Mazzone, sono entrato e ho anche rischiato di fare gol. Pagliuca in quell'occasione fece un miracolo e mi ricordo che subito dopo la partita sentivo nominare spesso il mio nome alla televisione e alla radio. Era la prima volta in vita mia ed era una grande emozione perché parlavano di me come una promessa del calcio. Alla fine ho fatto bene, ma avrei potuto fare molto di più. Sono comunque ancora giovani per poter recuperare".

Hai un mito calcistico?
"Van Basten, è stato un giocatore incredibile: è stato elegante, faceva un sacco di gol ed è stato il numero uno di tutti i tempi".

Un tuo pregio e un tuo difetto?
"Un pregio che sono un giocatore alto, ma nonostante tutto sono abbastanza veloce. Un difetto è stato il mio carattere, che non mi ha fatto uscire da vincitore al Palermo e alla Sampdoria. Credo comunque di aver capito i miei difetti e se arriverà un'altra possibilità non sbaglierò più".

Il momento più felice e quello meno?
"I momenti meno felici sono stati col Brescia, quando siamo retrocessi e quando abbiamo perso la finale playoff col Livorno. Il più felice è stata la convocazione in Nazionale con Lippi, la mia prima".

Lippi come lo vedi da ct?
"Sono rimasto pochi giorni, ma mi ha dato un'ottima impressione. Credo abbia vinto così tanto perché è uno che sa tenere unito il gruppo ed ovviamente è molto preparato tecnicamente. Mi piaceva, però, il suo lavoro sul gruppo".

Cosa vorresti sotto l'albero?
"Spero di iniziare il 2010 come ho finito il 2009. Finora ho fatto dieci gol in tredici o quattordici presenze e spero di poter fare ancora meglio se dovessi rimanere a Brescia".

Cosa vorresti regalare ai tuoi tifosi?
"Vorrei regalare la serie A, ma mi sa che questa la deve regalare la società e non io. Si devono mettere d'impegno e portare qualche giocatore importante che ci faccia fare il salto di qualità".

A questo punto il prossimo anno?
"Non è detto perché siamo messi malino, ma i punti dalla prima sono solo nove e ancora deve finire l'andata. In questo campionato si è visto un grande equilibrio e magari basta fare 3-4 vittorie consecutive per rialzarsi e recuperare anche il morale".

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