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Aguirregaray, un brasiliano d'Uruguay

di Francesco Letizia
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In un momento storico-calcistico di grande penuria nel ruolo, scoprire un terzino destro dall'altissimo rapporto qualità prezzo può essere un colpaccio in grado di cambiare volto alla squadra: chi ha seguito il Sudamericano Sub20 non può allora non aver notato Matìas Aguirregaray, "lateral derecho" della Celeste d'Uruguay.

Matías Aguirregaray nasce a Porto Alegre (Brasile) il 1 aprile 1989: un altro Gaucho, come Alexandre Pato, Anderson e Ronaldinho? Nient'affatto: Aguirregaray nasce infatti nel Rio Grande do Sul solo perchè suo padre, Oscar, uruguayo doc, era in quegli anni impegnato "per lavoro" nella metropoli brasiliana. Si dà il caso che Aguirregaray Sr non fosse altro che uno dei giocatori bi-campione di Sudamerica con l'Uruguay (1987 e 1995): difensore di fascia, ha militato nell'Internacional appunto, oltre che in Nacional, Defensor Sporting, Palmeiras e Peñarol, la squadra con cui ha chiuso la carriera nel 2000 dopo sei anni.

Un figlio d'arte, che sin da piccolo decide di ripercorrere le orme paterne per filo e per segno: stesso ruolo, stesse caratteristiche, persino lo stesso numero di maglia, il 13 che tanta fortuna portò in carriera ad "El Vasco". La squadra, manco a dirlo, il Peñarol di Montevideo, squadra giallonera che in pochi sapranno prende il suo nome dalla città piemontese di Pinerolo: proprio nelle inferiores dei Carboneros, Matìas muove i primi passi della sua vita calcistica, arrivando all'esordio tra i professionisti appena raggiunta la maggior età.

Sarà stato pur un caso che sia nato in Brasile, ma una certa vena verdeoro in Aguirregaray sembra esserci: il suo passo veloce, la tecnica di base più che sufficiente, la fantasia e la costanza nel proporsi sulla fascia ricordano proprio le caratteristiche che hanno fatto la fortuna di tanti "lateral" della Seleçao. L'Uruguay, come insegna la storia, è però anche patria di un calcio più maschio, meno samba e più botte: ecco perchè Matias ha imparato anche a marcare gli avversari con la precisione nell'intervento ed un tocco di "rudezza" che non guasta mai nella Celeste.

174 centimetri di altezza, non certo un fisico da corazziere ma che risulta più che sufficiente nel confronto con l'avversario, Aguirregaray è stato impiegato più volte anche con "volante" o addirittura, in caso di emergenza, come seconda punta: una duttilità dovuta proprio alla sua completezza ed alla capacità di "fare male" in fase offensiva. Grandi incursioni, cross azzeccati, tiro discreto, uno contro uno e dribbling da sudamericano vero: un giocatore che sa creare la superiorità numerica, una peculiarità importante per il suo gioco e per le sue squadre, in un calcio in cui sono sempre meno a saperlo fare.

23 presenze ed 1 gol nello scorsa stagione in Uruguay, la sua esplosione definitiva è avvenuta nel torneo Sudamericano Sub20 di qualche settimana fa: titolare dell'Uruguay che per larghi tratti di competizione è risultata la squadra più spettacolare ed efficiente della manifestazione, è stato bloccato da qualche problemino fisico ma ha mostrato il suo talento davanti agli occhi di tutti gli addetti ai lavori.

Il suo nome però è già da diverso tempo sul taccuino dei dirigenti di mezza Europa: la stampa uruguaya ha però fatto scritto di un accordo vicinissimo alla definizione con l'Udinese, sulla base di 1.8 milioni di dollari, un'operazione simile a quella sostenuta per il colombiano Ibarbo e che confermerebbe l'efficienza friulana nello scouting. Tuttavia gli altri club non si sono arresi: dallo Schalke 04, che ne farebbe l'erede di Rafinha (pescato anni fa in circostanze analoghe ed ora possibile partente verso un top club), alla Fiorentina di Pantaleo Corvino, un estimatore di lusso del terzino, passando per il Boca che ne farebbe il successore di Ibarra (neanche a farlo apposta, l'idolo del ragazzo). Occhio però alle sorprese, come può essere la Juventus, alla ricerca di un giocatore proprio in quel ruolo per sostituire Grygera: l'agente di Aguirregaray non è nient'altro che una vecchia conoscenza bianconera, quel Paolo Montero che con l'attuale dirigenza ha mantenuto ottimi rapporti.

Intanto in autunno, il Mondiale Under 20 con altri talenti della Celeste, dagli "italiani" Viudez ed Hernandez ai Lodeiro, Urretavizcaya e Coates che tanto bene hanno fatto in Venezuela a gennaio: prima di allora, chissà di non conoscerlo meglio in estate con uno sbarco nel nostro campionato, sempre che le Italiane non si facciano bruciare anche stavolta dalla concorrenza.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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