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Salvio, fenomeno in Toto

di Antonio D'Ottavio
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Per anni siamo stati abituati a sentir parlare di nuovi Maradona provenienti dall'Argentina. I tempi cambiano, e anche i paragoni. Eduardo Salvio è la nuova "joyita" del futbol albicleste, ed è già stato ribattezzato il nuovo Lavezzi. Scopriamo insieme chi è il pibe che sta stregando mezza Europa.

Eduardo Antonio Salvio, soprannominato Toto, nasce il 13 Maggio 1990 in un barrio della capitale argentina calcisticamente storico, dato che ospita due delle più gloriose squadre del Sudamerica: Independiente e Racing, che da sempre accendono una storica rivalità in quel di Avellaneda.

In sostanza l'ombelico del mondo calcistico, un posto dove chi ha qualità viene subito notato dagli occhi esperti dei mille cacciatori di talenti, che ogni giorno affollano i tantissimi campetti polverosi disseminati in tutto lo stato federale. I primi passi Eduardo li muove nel piccolo club "Papi" di Sarmiento de Entre Vias e nel 2003 diventa la stella assoluta del "Villa Ideal", dove incrocia più volte il talento dell'Independiente Patricio "el pato" Rodriguez. Il Lanus, squadra storicamente attenta e premurosa nel coltivare giovani perle, non si fa scappare l'occasione e incorpora nelle sue giovanili il velocissimo attaccante. Da lì in poi per Eduardo inizia una rapida ascesa verso il tanto sognato debutto in Primera Divisiòn.

Una tappa importante per la sua crescita è stata senza dubbio la partecipazione al Torneo Sudamericano Under 17, giocatosi in Ecuador a Marzo del 2007. Toto non sarebbe nemmeno dovuto partire titolare, ma gli infortuni occorsi a Federico Laurito (già dell'Udinese, ora in prestito al Livorno) e all'esterno del River Plate Gustavo Bou gli spalancano le porte dell'undici iniziale. Eduardo sa che non può farsi scappare quest'occasione e la sfrutta a pieno. I riflettori a fine torneo sono tutti per il verdeoro Lulinha (in seguito non più pervenuto) e per il peruviano Reimond Manco, ma l'impressione destata da Salvio è notevole: è lui con i suoi tre gol e con giocate strappa applausi a portare l'Argentina sul gradino più basso del podio, alle spalle di Brasile e Colombia.

Il gol messo a segno contro l'Ecuador è stato probabilmente il più bello dell'intera competizione: partito dalla trequarti a testa bassa come il Pocho Lavezzi dribbla i primi due avversari, una volta entrato in area ne fa fuori altri due e con un colpo sotto scavalca il portiere mettendo in rete. Golazo e ciao ciao Ecuador.

Passano un anno e pochi mesi dalla competizione continentale al suo esordio in Primera Divisiòn, 20 minuti alla Bombonera contro il Boca Juniors (squadra di cui Salvio è tifoso). Un mese dopo la maglia granata numero 14 è già nella formazione iniziale. Contro l'Independiente sarà lui l'hombre del partido, nonostante non entri nelle azioni decisive del match. Migliore in campo lo sarà anche la giornata successiva contro l'Argentinos Juniors, quando spariglia le carte sul manto verde dell'estadio Diaz Perez: una doppietta da rimarcare in grassetto, anche perché cesellata da numerosi preziosismi lungo tutto l'arco dei 90 minuti. Lo stesso Salvio rimane incredulo della sua prestazione: "Se dopo il 2-0 all'Independiente ho faticato a dormire, chissà ora".

Nonostante l'idolo di Eduardo sia Juan Roman Riquelme, le caratteristiche di gioco che lo accomunano a Ezequiel Lavezzi sono impressionanti. 171 cm per 74 kg, Salvio è un esterno offensivo che si trova a meraviglia in un 4-3-3, ma può giostrare anche da seconda punta, proprio come il Pocho sta facendo nel Napoli. Rapidissimo sia nell'attaccare gli spazi che palla al piede, riesce a scaricare sul campo di gioco tutta la sua potenza. E proprio come il numero 7 partenopeo, nonostante la statura limitata, sa farsi rispettare quando c'è bisogno di farsi sentire nel contatto fisico: più di una volta lo si è visto tenere a bada avversari apparentemente più piazzati. Capacità questa di proteggere palla, apprezzatissima in Europa e che spesso è stata il tallone d'Achille di molti talenti sudamericani.

Ma Salvio non è solo velocità e aggressività, dato che è in possesso di un bagaglio tecnico di primo livello (vedere il sublime tunnel contro l'Argentinos per credere) e di una innata capacità nel mettere di fronte alla porta i propri compagni di squadra. Da non sottovalutare nemmeno la sua vena realizzativa: Toto è stato il miglior marcatore della "sexta categoria" del Lanus con otto reti, ha messo a segno tre centri in sette presenze con l'Under 17 e anche in prima squadra sta mantenendo la stessa media: tre gol su sei presenze (di cui solo tre da titolare).
Ci troviamo di fronte quindi ad un giocatore molto completo, che una volta raggiunta la piena maturazione calcistica e caratteriale siamo certi possa diventare una stella di livello mondiale. Probabilmente lo pensano anche i Direttori Sportivi di molte squadre europee, se è vero che Juventus, Milan, Genoa, Napoli, Siviglia e Barcellona hanno già mandato propri osservatori a Buenos Aires per visionarlo da vicino.

Per Salvio la prossima vetrina sarà quella del Sudamericano Under 20, che si disputerà il prossimo Gennaio in Perù. Sarà lui a dover far la differenza per la nazionale Argentina insieme ai vari Zuculini, Bou, Cristaldo e Meza, ma di loro parleremo un'altra volta...

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