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Lazio a valanga a Torino, il sogno continua

di Redazione TMW.
Fonte: di Daniele Baldini per LALAZIOSIAMONOI.IT
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"Sognare non costa nulla". Una Lazio bella e corsara prende alla lettera il Rossi pensiero e continua a regalare brividi e spettacolo alla propria gente, andando a sbancare anche l'Olimpico di Torino nel segno della fantasia; quella del suo leader Pandev e di un pazzesco Maurito Zarate. L'argentino realizza una doppietta, scalando con 6 reti la classifica marcatori, ma soprattutto si confema campione vero e decisivo.

De Biasi ridisegna il Torino: privo di Rosina e recuperato Corini, il tecnico veneto segue i consigli del presidente Cairo ("van bene le tre punte ma non sempre") e schiera una squadra a transione posteriore: Bianchi unica punta, supportato da Abbruscato e dal rientrante Abate, uomo di fascia destra. Nick Amoruso, uno degli uomini più attesi alla vigilia (la sua storia estiva con Lotito ha il sapore di ruota di scorta) tira il fiato e si accomoda inizialmente in panchina. In casa biancoceleste, Delio Rossi si affida alla formazione che ha abbattuto la Fiorentina nel turno infrasettimanale, compreso Lichtsteiner che recupera da un leggero affaticamento muscolare; il modulo è il 4-3-2-1 con Mauri ad affiancare Brocchi e Ledesma in mezzo al campo, e il tridente dei "folletti", Foggia-Pandev e Zàrate ad inventare.

Nel primo tempo si assiste alla versione trasferta della Lazio, che inzia il match in modo apatico, senza nervo ed in balia di un avversario mosso da un superiore furore agonistico; ma di opposto, ben per i biancocelesti, c'è anche il paziale di fine tempo. Partenza aggressiva del Toro, che pressa a tutto campo, creando apprensione alla difesa capitolina già al 3', con un tiro cross insidioso di Saumel, e poi al 12' quando Bianchi, inmarcabile sulle palle alte, trova di testa l'inserimento centrale di Abbruscato che dal limite calcia alto sopra la traversa; la difesa biancoceleste balla, difende troppo bassa e al 20' perde Cribari che, colpito duro all'arcata sopracigliare da una gomitata di Abbruscato, lascia il campo a Rozenhal. Passano i minuti e la squadra di casa continua a fare la partita, fino al 30', il minuto della beffa granata, quando Zàrate e Pandev bissano il gol del 2-0 con la Fiorentina: il contropiede biancoceleste si sviluppa sull'out di sinistra con l'argentino che, fino a quel momento impalpabile, supera prima Colombo poi Pratali, vince un rimpallo, la sfera finisce sul sinistro letale del macedone che infila Sereni sul proprio palo. E' 1-0 per la Lazio. Subito il vantaggio i padroni tornano ad aggredire e con la forza dei nervi sfiorano il pareggio prima al 32' con una traversa di Abbruscato, ancora ben innescato da Bianchi, poi al 40' con un potente sinistro in piena area di rigore dell'austriaco Saumel che termina alto.

Nel secondo tempo scende in campo una Lazio trasformata, non negli uomini (Rossi inverte le posizioni di Foggia e Pandev), ma nello spirito. Inizia a fraseggiare palla a terra e far valere la maggiore qualità dei suoi singoli che si esaltano nelle praterie che il Toro è costretto a concedere. Al 14' De Biasi tenta la carta Amoruso, al posto di Corini. Fuori una punta per un centrocampista, quindi, per un Torino più sbilanciato: il risultato è devastante. Al 16' il campanello d'allarme lo suona Mauri, colpendo il palo a tu per tu con Sereni, dopo che una ripartenza ubriacante di Zàrate. Due minuti dopo sale in cattedra proprio lui:"El Pibe di Haedo" recupera un pallone sulla trequarti granata, punta la porta di Sereni e dai 25 metri lascia partire con l'interno del piede destro una perla di rara bellezza che si spegne sotto la traversa di un attonito Sereni. Il calcio ringrazia e la Lazio raddoppia. Dopo la rete di Maurito, la partita è tutta in discesa: Rossi toglie Pandev ed infoltisce il centrocampo con Meghni, mentre il tecnico veneto firma il definitivo suicidio, sbilanciando ulteriormente il Torino con gli ingressi di Ventola per l'esausto Abate. La seconda parte di frazione è pura accademia; la squadra biancoceleste controlla con qualche bel ricamo, mettendo in luce Pasquale Foggia, che tra il 33' e il 35' sfiora per due volte la seconda marcatura stagionale, gettando dasolo nel panico la retroguardia di casa. Al 36' partita in ghiaccio: percussione personale di Brocchi che giunge al cospetto di Sereni che prima para e poi entra in contatto con l'ex centrocampista del Milan. Per il severo Grava ci sono gli estremi per il rigore e l'espulsione del portiere. Dal dischetto si presenta l'argentino che fredda il neo portiere Ventola (finiti i cambi per De Biasi) e realizza la sua seconda doppietta italiana dopo quella di Cagliari. E' un trionfo di personalità quello biancoceleste che non viene di certo macchiato nel finale dall'1-3 di Amoruso su calcio di rigore (contatto Lichtsteiner-Abbruscato); anzi viene impreziosito nel finale dal "Loco Carrizo" che si esibisce su Abbruscato con un prolungato slalom, fitto di finte e "gambete". E' il degno finale di una Lazio bella, forte ed incosciente che continua a coltivare un sogno infinito.

Il Tabellino:
Torino (4-4-2): Sereni 6, Colombo 5,5 (26′ st Zanetti sv), Di Loreto 5,5, Pratali 6, Rubin 6,5, Abate 6,5 (23′ st Ventola sv), Dzemaili 5,5, Corini 5,5 (17′ st Amoruso 6), Samuel 5,5, Abbruscato 6, Bianchi 6,5. (99 Calderoni 3 Pisano 6 Ogbonna 8 Barone). All. De Biasi 5

Lazio (4-3-2-1): Carrizo 6, Lichsteiner 6, Siviglia 6, Cribari sv (24′ pt Rozenhal 6.5), Radu 6, Brocchi 6.5, Ledesma 6, Mauri 6 (32′ st Manfredini sv) Foggia 7, Pandev 7,5 (23′ st Meghni sv), Zarate 8 (86 Muslera 3 Kolarov 26 Makinwa 29 De Silvestri ). All.Rossi 7

Arbitro: Gava di Conegliano Veneto 5.5
Reti: nel pt 30′ Pandev: nel st 18′ e 37′ (rigore) Zarate; 47′ Amoruso (rigore). Angoli: 2-1 per il Torino.
Recupero: 3′ e 2′.
Ammoniti: Colombo e Rubin per gioco scorretto, Dzemaili per simulazione, Zarate e Pandev per comportamento non regolamentare
Espulsi: al 35′ st Sereni per fallo su Brocchi , 43′ st Pratali per doppia ammonizione; 47′ st De Biasi per proteste.
Spettatori: 16 mila circa.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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