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Ibisevic, una valigia piena di gol

di Francesco Letizia
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14 gol in 13 presenze, un gol ogni 79 minuti nella Bundesliga: non parliamo nè di Toni nè di Klose ma di Vedad Ibisevic, 24enne centravanti dell'Hoffenheim. Un personaggio particolare con una storia da romanzo, divisa tra Bosnia, Svizzera, Stati Uniti, Francia e Germania.

Vedad Ibišević nasce a Vlasenica (Bosnia Herzegovina) il 6 agosto 1984: i suoi primi approci col calcio avvengono già in infanzia con i club del Proleter Slavonovic e del FK Zmaj od Bosne, ma certo vengono tutt'altro che facilitati dalla delicata situazione della Guerra dell'ex Jugoslavia, che un giovanissimo Vedad vive in pieno. Superato il brutto periodo, la famiglia Ibisevic decide di trasferirsi nel 2000 in Svizzera: è qua che l'allora 16enne bosniaco ha il suo primo contatto con il calcio professionistico, entrando a far parte del settore giovanile del Basilea.

Nella confederazione elvetica però la sosta è breve: dopo soli sei mesi infatti, gli Ibisevic si trasferiscono dall'altra parte dell'Oceano. E' a St. Louis, Missouri (Stati Uniti) che Vedad completa gli studi (presso la Roosevelt High School) e soprattutto riprende l'attività calcistica, nel complesso e tipico ordinamento collegiale degli sport a stelle e strisce.

Dopo essere stato citato dal prestigioso magazine "Soccer America" tra i 25 prospetti più interessanti provenienti dai licei, Ibisevic si iscrive all'Università nel 2002: la scelta ricade sulla Saint Louis University, rinunciando alle lusinghe di altri istituti che contavano di farne la stella della loro squadra di calcio nel campionato NCAA. Con la SLU, le soddisfazioni non tardano ad arrivare: 18 gol in 22 presenze, miglior giocatore del campionato NCAA nel suo anno da "freshman" e la convocazione dall'altra parte dell'Oceano nell'under 21 del paese in cui è nato, la Bosnia.

E proprio un suo connazionale, il tecnico del Paris Saint Germain Vahid Halilhodžić, lo nota in uno stage della nazionale e lo strappa al calcio a stelle e strisce, che nel frattempo aveva già grandi progetti per lui: qualche partita nella "lega di sviluppo" con i St. Louis Strikers e i Chicago Fire Premier, prima del grande salto nella Major League Soccer come uno dei pezzi pregiati del Draft 2004 (in USA per il Soccer funziona esattamente come nella mitica NBA).

Niente lotteria invece, in quell'estate: Ibisevic sbarca al PSG, ma purtroppo incappa in una delle stagioni nere a cui il club della capitale transalpina sta abituando... Il suo mentore Halilhodzic viene esonerato, Vedad segna solo 4 spezzoni di gara ed i parigini sono pronti a scaricarlo, non contando troppo sul suo talento: si accasa al Dijon, ambiziosa squadra di Ligue2, dove la vena realizzativa del bosniaco rinasce, con 10 centri in 33 presenze.

L'eterno viaggio del giramondo non è finito, anche se è vicino alla sua parola fine: nell'estate 2006, ad aggiudicarsi le sue prestazioni con un triennale è l'Alemania Aachen, squadra neopromossa della Bundesliga. La stagione dei gialloneri non è fortunata, vista la retrocessione in seconda divisione con il 17esimo posto, ma Ibisevic mette a segno 6 gol nel campionato tedesco: quanto basta per assicurarsi un altro trasferimento (per il momento l'ultimo), all'Hoffenheim, squadra di Sinsheim (35mila abitanti) nel Land del Baden-Wuttemberg e militante nella Zweite Bundesliga.

189 centimetri per 80kg, Vedan Ibisevic è una prima punta possente, molto dotato fisicamente e con ottimo senso del gol: per le sue movenze eleganti e per la sua corporatura, qualcuno ha azzardato il paragone con Zlatan Ibrahimovic, che tuttavia tecnicamente e tatticamente poco sussiste. Pur essendo infatti abbastanza bravo con i piedi e soprattutto eccezionale in acrobazia, la punta bosniaca fa del senso del gol il suo fiore all'occhiello: gol segnati da opportunista, quanto da fuori, di testa come al volo... Insomma, purchè vada dentro il pallone!

Bravo nel proteggere palla e forte nel gioco aereo, Vedad rappresenta sicuramente un giocatore interessante per il calcio moderno: nel flessibile 4-3-3 dei tedeschi, è senz'altro il terminale offensivo, affiancato dagli africani Obasi Ogbuke e Demba Ba, altro giocatore molto interessante e dalla mole imponente (190 centimetri), con cui compone la coppia forse più potente dell'intero campionato tedesco.

Un handicap per la sua crescita, potrebbe essere sicuramente l'età, non più verdissima: pur parlando sempre di un 24enne, è evidente che i dubbi riguardo ai giocatori sbocciati "tardi" sono sempre leciti. Tuttavia parliamo in questo caso di un giocatore molto allenabile e raffinabile, visto che è cresciuto calcisticamente in un paese dove sicuramente la preparazione è inferiore a quella presente nei campionati big europei. L'altra faccia della medaglia riserva però un ragazzo con una grande disciplina e cultura del lavoro e dell'allenamento, in pieno stile college statunitense: il fatto che molti attaccanti di simili caratteristiche (uno su tutti, Luca Toni) siano maturati più lentamente, potrebbe essere una risposta ai dubbi di cui sopra.

Nel distretto di Karlsruhe, Ibisevic partecipa al miracolo della prima, storica promozione della squadra nei 107 anni di storia: miracolo non troppo, visto che la proprietà del club appartiene a Dietmar Hopp, ex calciatore ed ingegnere alla IBM, ma soprattutto fondatore, nel 1972, della SAP, una delle più grandi compagnie di progettazione di software. Una squadra costruita con tanti euro (aggiudicandosi anche il talentuoso "Cadu", il brasiliano ex Gremio Carlos Eduardo che piaceva al Milan e Barça) ed il genio del "Professore", Rafl Rangnick, il tecnico ex Schalke ed autore "tattico" della bella favola dell'Hoffenheim.

Dopo una prima stagione di alti e bassi (31 presenze, 5 gol), l'esplosione è arrivata proprio in questo inizio di stagione in Bundesliga: il pazzesco score di 14 gol in 13 partite ha lanciato la sua squadra al primo posto, in coabitazione con il Bayer Leverkusen. Sotto contratto fino al 2010, nelle ultime settimane si sono rincorse voci di interessamenti di Manchester United e Juventus su di lui: appartenere ad una squadra tutt'altro che bisognosa di soldi potrebbe essere un ostacolo alla sua carriera, oppure chissà potrebbe consacrarlo come simbolo di una nuova realtà del calcio europeo.

Intanto Ibisevic, che ha trovato con continuità anche la maglia da titolare nella sua Nazionale, si esercita con le lingue straniere facendo da traduttore per i suoi compagni stranieri: oltre al natio bosniaco, conosce in maniera più che fluente inglese, tedesco e francese... Per l'italiano chissà: vista la rapidità con cui apprende, basteranno poche lezioni se l'estate 2009 gli riserverà la sorpresa della Serie A.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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