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Il Secolo XIX - Samp, un vertice per la svolta

di Andrea Lolli

L'equivoco prende forma al 26' della ripresa. Atalanta e Sampdoria stanno pareggiando 2-2, doppietta di Cassano, gol di Floccari e Garics. A causa di una manata volontaria alla palla, Accardi viene ammonito per la seconda volta, quindi espulso. Vicino alla panchina blucerchiata si trova Antonio Cassano, fascia rossa di capitano al braccio. Mazzarri lo chiama e gli spiega che la squadra deve disporsi con quattro difensori, quattro centrocampisti e un attaccante, Cassano appunto. Il fantasista si rivolge ai compagni e dice, invece, di mantenere la difesa a tre. Ne nasce un po' di confusione, passano sei minuti e l'Atalanta segna il terzo gol. Non ci sarà più partita, tre minuti dopo anche Dessena sarà espulso, al 38' Doni porterà a quattro i gol per i nerazzurri.

Il chiarimento arriva subito dopo il fischio finale, negli spogliatoi. "Perché non avete fatto quello che vi ho spiegato?" chiede Mazzarri. "Perché Antonio ci ha detto così" la risposta dei giocatori. "Allora non ci siamo capiti" aggiunge Cassano rivolto all'allenatore.

Primo capitolo chiuso, ma il libro nero (per la Sampdoria) della trasferta bergamasca non è finito. Mazzarri si accende una sigaretta ed esce dallo spogliatoio, dove incontra il direttore sportivo Asmini e l'amministratore delegato Marotta. "Cosa ci siamo detti? Niente di particolare - dice quest'ultimo - soltanto un'analisi della partita, come tante volte si fa alla fine della gara". La solita buona dialettica dell'amministratore delegato, che peraltro dimostra tranquillità: "Ne ho passate ben di peggiori". In realtà, se non si è trattato di summit, gli assomigliava molto. Marotta ammette: "E' la prima partita che sbagliamo davvero. Mi consola che l'anno scorso perdemmo 4-1 dopo essere passati in vantaggio con Volpi e due anni fa perdemmo 3-2 dopo essere stati in vantaggio per 2-0". Al di là dei corsi e dei ricorsi, Marotta, Asmini e Mazzarri hanno parlato di quel che manca a questa Sampdoria, delle frasi di Cassano ("mi aspetto un aiuto della società a gennaio") di come uscire da questa crisi che vede la Sampdoria con quattro punti e ancora senza vittorie dopo sei giornate di campionato. "Cassano - ha detto Marotta - ha fatto un discorso molto maturo, con grande senso di responsabilità. È chiaro che in questo momento stiamo pagando anche gli infortuni di giocatori come Bellucci, Palombo e Campagnaro. Ed è evidente che vediamo il mercato di gennaio come un'opportunità per cogliere miglioramenti di qualità. Ma è ancora prematuro parlare di nomi, siamo alla sesta giornata".

I punti deboli che preoccupano di più al momento e che sono stati individuati nel mini summit di domenica sono sostanzialmente due: la fascia destra, dove la Sampdoria non riesce a fare gioco ormai dall'inizio dell'anno; il centrocampo, dove pesa più di quanto si potesse immaginare l'assenza di Angelo Palombo. L'attacco, in virtù dei due gol segnati da Cassano e dell'esperimento tutto sommato positivo della doppia punta (Bonazzoli in precedenza aveva giocato da seconda punta, con l'incarico di ripiegare) è sotto esame ma dà qualche segno di risveglio. In più, Claudio Bellucci sta forzando negli allenamenti e il suo rientro (possibile già a Milano contro il Milan, dopo la sosta per il doppio impegno della Nazionale) potrebbe dare quell'equilibrio più volte invocato da Mazzarri. La difesa, a Bergamo andata in bambola in alcune circostanze, aspetta il rientro di Hugo Campagnaro, anche lui fermo per infortunio.

Se Marotta ha una certezza, questa è Mazzarri. Si va avanti con l'allenatore di San Vincenzo, malgrado continuino a circolare voci su un accordo tra Sampdoria e Mancini. "Mancini qui? Ma non scherziamo - dice Marotta - non se ne parla neanche, di cambiare allenatore". Neppure le provocazioni smuovono l'amministratore blucerchiato: quante partite può giocare senza vincere? "Non è un fatto di partite senza vincere. E' l'autorevolezza che ha a contare. Non c'è motivo di cambiare".

Ma c'è bisogno di cambiare rotta. I tifosi blucerchiati rumoreggiano, non hanno gradito la prestazione di Bergamo (dove erano in un migliaio e sono tornati a casa senza voce) e si stanno chiamando a raccolta. Vogliono invadere (pacificamente) San Siro domenica 19 ottobre e vogliono far sentire la propria voce anche a Bogliasco. Probabilmente già domani, alla ripresa degli allenamenti.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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