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Fiorentina, Vieri si confessa tra passato e futuro

di Maurizio Libriani

In un'intervista rilasciata al programma di Sky 'I signori del calcio', Bobo Vieri è tornato a ripercorrere le tappe di una carriera che lo ha visto cambiare molte squadre.
L'esordio in A con l'Atalanta e il successivo passaggio alla Juventus: "Ero un giovane promettente, che poteva avere un futuro importante. Non è che avessi fatto chissà che cosa, avevo fatto solo sette gol in venti partite. La Juve aveva visto un pò di partite e decise di prendermi. La squadra era talmente forte che era troppo bello per essere vero. C'erano dei grandissimi campioni. Insieme a me sono arrivati altri giovani e ci siamo tolti delle belle soddisfazioni perché quell'anno abbiamo vinto Scudetto, Supercoppa Europea e anche la Coppa Intercontinentale.
Il rapporto con Marcello Lippi dopo un un approccio non proprio idilliaco: "Ci siamo presi un pò, durante l'anno. C'è stato uno scambio di opinioni abbastanza forte. Durante un Juventus-Atalanta, io ero entrato al 40' e dopo cinque minuti finì il primo tempo. Lui mi disse qualcosa negli spogliatoi e io gli risposi. Siamo entrambi toscani e ci piace dire le cose in faccia. Il nostro rapporto è molto diretto, ma andiamo d'accordo. Poi l'ho ribeccato all'Inter. Ci sono andato perché c'era lui".
L'addio a Torino e l'esperinza positiva in Spagna: "Ci fu una richiesta dell'Atletico e mi sembrava giusto andare per tanti motivi. Se tornassi indietro, non andrei mai via dalla Juventus, ma in quel momento era giusto così. Anche a livello economico era molto importante per me e quindi sono partito. Quella in Spagna è stata un'esperienza importante".
L'arrivo di Sacchi ai "Colchoneros" ed il ritorno in Italia alla Lazio: "Sono scappato. E' una storia lunga. Durante gli allenamenti c'era troppa tattica, non mi divertivo. E allora ho detto al mio procuratore che se c'era la possibilità di tornare in Italia, avrei preferito".
Dopo l'annata positiva in biancoceleste, il trasferimento record(90 milardi!)all'Inter: "C'erano tanti problemi, siamo stati anche sfortunati perchè io e Ronaldo ci siamo fatti male entrambi. Io mi sono strappato tre volte in un anno. Se non ci facevamo male, secondo me avremmo vinto alla grande. Con l'Inter non ho vinto niente però sono stati sei anni importanti della mia carriera. Sei anni sono tanti e purtroppo non ci sono state vittorie. Non eravamo forti come la Juventus e il Milan. Abbiamo perso lo Scudetto il cinque maggio all'ultima giornata. Con un pò più di fortuna potevamo vincere lo Scudetto e le cose sarebbero cambiate".


Le intercettazioni e il rapporto incrinato con il presidente Moratti: "E' difficile trovare le parole, penso di aver dato tanto all'Inter e non meritavo un trattamento così. Così è uno schifo, non è bello. E' una vigliaccata andare ad intercettare le telefonate delle persone. Non si fa. E' illegale. Infatti c'è una causa in corso. Moratti mi ha sicuramente deluso, perché è stato lui a fare tutto quanto, però fa parte della vita".
La stagione premondiale divisa tra Milan e Monaco: "Anche se sono stato solo sei mesi, mi sono trovato veramente bene con tutti, però giocavo troppo poco e, per andare al Mondiale, avevo bisogno di giocare di più. Sono andato via dal Milan per quel motivo. Anche se poi, se dovessi tornare indietro, non sarei mai andato via. Al Monaco stavo bene, giocavo con continuità e poi mi stavo preparando bene per il Mondiale, poi mi sono fatto male al ginocchio ed è saltato tutto".
Il rimpianto per non aver fatto parte della spedizione a Germania 2006: " Una grande delusione perché ero andato via dal Milan per giocare, avevo l'obiettivo del Mondiale e non potevo più andare per l'infortunio. Poi a me i Mondiali piacciono, li ho sempre preparati bene, purtroppo è stato brutto. Ero sicuro che lo avremmo vinto, non so come mai, ma sentivo questa cosa".
I dubbi sul futuro e il rilancio a Bergamo: "Li ringrazio perché sono stati bravi, mi hanno fatto recuperare con calma. Il problema è che avevo ancora problemi al ginocchio, mi sono dovuto operare un'altra volta, quindi non finiva più. È stato un massacro. Se non mi fossi operato, non avrei più potuto giocare. Mi sono operato, ho dovuto fare la rieducazione per altri 4 mesi. Poi fare la fisioterapia, tutti i giorni le stesse cose, è stato tristissimo".
L'ultima tappa(per adesso) nella Fiorantina: " Avevo voglia di venire qui, quando mi è stato proposto ho detto subito di sì perché è una squadra in cui lavorano tanto a livello fisico e io avevo bisogno di lavorare perché dopo un anno fermo, dovevo fare una bella preparazione. È una società seria e quindi meglio di così non poteva andare. Sono tornato un atleta sano, per bene, e questo era quello che volevo".
Dopo il racconto di una carriera lunga e faticosa Vieri torna indietro di qualche anno raccontando la passione per i suoi idoli giovanili: "Baggio, Mancini e Vialli, un pò perché sono sampdoriano, e quindi Vialli e Mancini erano i miei idoli, e poi Vialli giocava nel mio ruolo; poi quando ero a Firenze, a Prato, mi piaceva vedere giocare Baggio. È stata una grande soddisfazione giocare con Mancini e Baggio".
Il futuro e la voglia di mettersi ancora in gioco: "Giocherò ancora per un paio di anni, poi smetterò. Mi mancheranno lo spogliatoio e gli allenamenti, le partitelle, andare in giro con la squadra perché ridi tanto. Fare l'allenatore? Non lo so, gli allenatori sono tutti stressati e tutti mezzi esauriti. E il giornalista? No, non potrei mai scrivere male dei miei colleghi".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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