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ESCLUSIVA TMW - Perugia, Sarri: "Ci sono le premesse per far bene"

di Davide Cedrone

Alla scoperta di Maurizio Sarri, nuovo allenatore del Perugia, scelto dal presidente Covarelli per raddrizzare una stagione partita decisamente in maniera negativa. Il tecnico toscano si è raccontato ai microfoni di Tuttomercatoweb.

Mister, da funzionario di banca è riuscito a diventare allenatore professionista in poche stagioni.
"Credo che qualsiasi persona che ha la passione di allenare ha come obiettivo il calcio professionistico. Ho la fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre sostenuto e accettato le mie scelte. Poi tutto è coinciso con i risultati ottenuti con la Sansovino: abbiamo vinto un campionato di Eccellenza e in due anni in D, una Coppa Italia Dilettanti (l'unica degli arancioblu, ndr) e un secondo posto. Grazie alla vittoria dei playoff arrivò anche il ripescaggio in C2".

Poi la Sangiovannese...
"Il grande presidente Arduino Casprini mi diede quest'opportunità. E per me che sono valdarnese, fu una grande soddisfazione allenare la squadra che andavo a vedere allo stadio da ragazzo. Centrammo la promozione in C1 dopo aver vinto i playoff e nell'anno successivo eravamo nelle prime posizioni. Poi il presidente scomparve in un incidente stradale e tutto l'ambiente accusò il colpo. Chiudemmo all'ottavo posto. Senza quel drammatico episodio, non so se l'ascesa della Sangiovannese si sarebbe fermata alla C1...".

Si dice che lei curi particolarmente gli schemi sulle palle inattive.
"Sì, ma in realtà era diventato un divertimento ai tempi della Sansovino, niente di più. Era un gruppo affiatato e ci divertivamo a trovare delle soluzioni sui calci piazzati. Addirittura a volte erano gli stessi giocatori a propormi alcuni schemi perché riuscivamo a segnare spesso".

Dopo un ottimo campionato in B con il Pescara nonostante un organico modesto, la panchina dell'Arezzo, con la squadra in una situazione difficile. Ci sono analogie con il Perugia di oggi?
"Beh, credo di sì. L'Arezzo aveva difficoltà sia di natura fisica che mentale e in classifica c'era ancora il segno meno, per via della penalizzazione. Anche qui a Perugia sarà importante lavorare sulla testa dei giocatori, far ritrovare loro la condizione migliore e recuperare gli elementi più importanti".

Poi però sulla panchina amaranto arrivarono risultati importanti e prestigiosi, in campionato e in Coppa Italia.
"Dopo aver eliminato il Livorno, mettemmo in seria difficoltà il Milan nei quarti di finale (che poi sarebbe diventato Campione d'Europa quell'anno). In campionato la classifica iniziò a migliorare e riuscimmo a pareggiare in casa di Juventus, Napoli e Genoa, le squadre che poi vinsero il campionato".

Dopo la breve parentesi ad Avellino, l'anno scorso scelse il Verona in C1, nonostante le offerte di club di serie B. Perché?
"E' chiaro che a posteriori si è rivelata una scelta sbagliata, ma quando ho accettato l'offerta degli scaligeri avevo fiducia nel progetto. Il contratto triennale faceva capire che nelle intenzioni della società c'era il raggiungimento di traguardi ambiziosi, insieme. Per questo motivo che, tra squadre della serie cadetta e il programma serio di una società blasonata come il Verona, scelsi quest'ultima. Le dirò, in precedenza ci fu anche la grossa occasione di firmare un precontratto con il Livorno in serie A, poi però la società labronica cambiò direttore sportivo e saltò tutto...".

Tra i calciatori che ha allenato, quali sono i primi che le vengono in mente?
"Sono molti i giocatori che ricordo e mi sembra ingiusto fare dei nomi. Ma ad esempio ho avuto la fortuna di allenare Ciccio Baiano alla Sangiovannese: era a fine carriera, ma era un calciatore dotato di grandi mezzi tecnici. La cosa impressionante era la sua velocità di pensiero, sapeva immediatamente cosa fare in campo. Forse ha raccolto anche meno delle sue effettive possibilità nella sua già brillante carriera. Un altro nome è Tognozzi, che ora gioca stabilmente in A con la Reggina. Quando era con me nei dilettanti, gli dicevo che un giorno avrebbe giocato nella massima serie, ma lui mi guardava e sorrideva...".

Chi servirebbe al Perugia? Ha chiesto qualcuno?
"Credo che anche il gruppo attuale possa far bene qui a Perugia. Ci sono le premesse per poter lavorare bene. Abbiamo elementi importanti in rosa: ad esempio, esterni come De Giorgio e Cutolo, cercati in estate anche da club di serie B, possono essere fondamentali in questa categoria. Spesso, un errore che commettono le società, è quello di credere di essere da subito vincenti. I campionati non si vincono a luglio, non si deve pensare immediatamente in grande ma bisogna lavorare partita dopo partita e crescere con calma. E' essenziale la componente motivazionale".

Alcuni tifosi si lamentano del fatto che il girone "meridionale" di Prima Divisione sia più complicato rispetto a quello "settentrionale".
"Io non lo penso. Ho allenato nell'altro girone e credo non ci sia questa differenza. Probabilmente nel girone B ci sono trasferte più dure a livello ambientale, ma per quanto riguarda il livello tecnico non vedo particolari differenze. Anche nel girone A ci sono squadre ben organizzate e tecnicamente molto valide e competitive".

Nella partita di Coppa Italia contro il Gubbio, farà giocare chi ha avuto fin qui meno spazio?
"Senz'altro. Spero che chi giochi mercoledì faccia di tutto per mettermi in difficoltà quando dovrò decidere la formazione per le partite successive. Mi aspetto una risposta importante da tutti i calciatori che hanno giocato meno finora, compresi i giovani".

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