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ESCLUSIVA TMW - Monza, Bettega jr: "Non escludo un ritorno al Siena"

di Germano D'Ambrosio
Fonte: Andrea Zalamena

Il centrocampista Alessandro Bettega, classe 1987, in questa stagione in prestito dal Siena al Monza, si confessa in esclusiva per TMW.

Prima stagione da professionista con la maglia del Monza. Ma partiamo un pò indietro: luglio 2007.
"A Siena, dopo che mi avevano riscattato dalla Juve, ho iniziato il ritiro pre-campionato. Ci sono rimasto un mese e poi sono passato in prestito al Monza".

Quindi hai assaporato per poco tempo il clima della massima serie?
"Diciamo che ero a contatto con giocatori più che affermati, con i quali mi sono allenato per circa un mese. E' stata un'esperienza importante: la mia prima volta con i "grandi" della massima serie. Non mi era capitato alla Juventus, in quanto le mie tre presente in panchina con la prima squadra sono state nell'unico anno di serie B, dovuto al caos di Calciopoli".

Il tuo cartellino ora è di proprietà del Siena: contento della scelta di firmare per i toscani?
"Ho scelto Siena soprattutto per un discorso di prospettiva. E' una piazza che permette ai giovani di crescere senza pressione ed inoltre la squadra è sempre stata allestita per fare bene. Anche quest'anno lo hanno dimostrato, cogliendo l'ottavo campionato consecutivo in serie A"

Ad agosto 2007 si prospetta però il prestito al Monza...
"Inizialmente si era parlato anche del Taranto e della Pro Sesto, ma alla fine ho scelto Monza. Anche gli anni passati avevo seguito i risultati della squadra, sempre in corsa play off, e ho deciso di venire qui".

Arrivi al Monza ma almeno fino a novembre non ti si vede in campo
"Si, purtroppo non giocavo per scelta tecnica. Mi allenavo, cercavo di farmi trovare pronto, ma finivo spesso in tribuna".

Poi finalmente l'esordio
"In campo da titolare contro il Cittadella a fine novembre, con vittoria in trasferta. E da quella gara, finalmente, ho trovato molto più spazio".

Fino ad arrivare ai primi goal, con tuo padre Roberto presente in tribuna.
"Alla quarta presenza con la maglia biancorossa, contro la Ternana. Non un goal, bensì una doppietta. Un'enorme soddisfazione, soprattutto perchè è successo sotto gli occhi di mio padre".

Parliamo un pò di questo Monza. Play off sfumati, quindi stagione non esaltante...
"Purtroppo è stata un'annata scarsa, soprattutto se confrontata con le ultime due stagioni (due finali play-off perse contro Genoa e Pisa, ndr). Siamo rimasti in zona promozione per parecchio tempo, ma nelle sfide decisive abbiamo mancato il colpo finale. Soprattutto nella gara interna con la Cavese, culminata con una sconfitta, la squadra non ha saputo reagire e successivamente abbiamo perso punti e gare contro squadre decisamente abbordabili".

Bilancio personale della tua stagione?
"Più che altro è stato tanto il rammarico perchè inizialmente non giocavo, ma direi soprattutto deluso per l'obiettivo play-off che non è stato raggiunto. Nonostante tutto in totale ho collezionato una ventina di presenze e cinque reti, tra campioanto e Coppa Italia: direi bilancio positivo".

Pesa sempre essere etichettato come il figlio di Roberto Bettega? E' un vantaggio o uno svantaggio?
"Ti dico subìto che è un grosso svantaggio. All'inizio, soprattutto quando ero molto più giovane, questo mi pesava parecchio, ma poi mi ci sono abituato. Bisogna pensare che mio padre è stato quel grande campione che tutti conoscono, io invece, sono e sarò semplicemente Alessandro Bettega. E farò la mia strada. Penso, inoltre, che da parte di mio padre ci sia sempre stata, inconsciamente, la speranza che nessuno dei suoi figli iniziasse una carriera calcistica, proprio per il paragone che inevitabilmente tutti avrebbero fatto".

Discorso Juve: una vita in bianconero la tua?
"Ho iniziato praticamente con i pulcini, a sei-sette anni e sono arrivato fino alla soglia della prima squadra. Abbiamo iniziato insieme io, Giovinco, Lanzafame, Venitucci, Maniero e Cuneaz. Ho vinto anche un Viareggio nel 2005 con un gran bel gruppo composto da Bentivoglio, Criscito, Volpato, Bianco e Masiello e con mister Chiarenza in panchina. Grandi soddisfazioni quelle".

Di quelle giovanili, molti giocatori hanno sfondato, ma altrettanti si sono persi.
"Si, purtroppo non tutti arrivano in alto. A parte i miei amici Giovinco e Lanzafame dei quali sentiremo parlare sempre più spesso, avrei puntato decisamente su Chiumiento e Re David, ma alla fine non hanno avuto grossa fortuna e sinceramente non so dove stiano giocando ora. Ci siamo persi di vista".

E' davvero così diverso passare dalla Primavera alla serie C?
"A parte la pressione, cambia proprio tutto. E' impressionante la differenza di forza e la fisicità che subito riscontri. A livello di allenamento, inoltre, si cura moltissimo la tattica. Si fa un enorme lavoro in quel senso. E poi non giochi più con ragazzi della tua età, ma ti puoi trovare di fronte anche atleti con venti anni di carriera alle spalle. E la differenza altro che se la noti. L'avevo già sperimentata immediatamente nella breve parentesi di Siena in serie A e per forza di cose impari e fai esperienza. Personalmente ritengo di essere cresciuto parecchio in duttilità: quest'anno ho cambiato diversi ruoli e me la sono cavata sempre egregiamente. E' importante per un calciatore saper fare anche questo e adattarsi alle scelte dell'allenatore".

Chiudiamo con un accenno al futuro. Ci puoi dire dove giocherai la prossima stagione?
"Al momento, parlando anche con il mio procuratore Oscar Damiani, non so ancora nulla. Resterei volentieri a Monza, ma non escluderei un ritorno a Siena. Tutto è possibile, ma è ancora presto, anche se, con tutta sincerità non mi sento prontissimo per il grande salto nella massima serie, devo ancora crescere molto".

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