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Canovi: "Mezza Europa su Forestieri"

di Christian Seu
L'agente del gioiello senese: "Lo vedrei bene alla Roma"

Come Totti, meglio di Pato. Realizzare la prima marcatura nella massima serie ancor prima di diventare maggiorenni è roba per pochi e roba da grandi. Fernando Forestieri ci è riuscito tre giorni prima di spegnere la candelina che ti proietta nel "mondo degli adulti" a tutti gli effetti, lasciando di stucco Julio Cesar, estremo difensore della squadra che sul petto porta cucito il tricolore. Era il 13 gennaio e, nonostante la sconfitta interna per 3-2, da quel giorno a Siena tutti hanno iniziato a scoprire, magia dopo magia, le indiscusse qualità del nuovo baby-fenomeno del calcio internazionale. Laromasiamonoi.it, dopo le ultime indiscrezioni giornalistiche che accostano il nome de "El Topa" (soprannome derivante da "topador", scavatrice, affibbiato al giocatore per la straordinaria potenza rapportata alla tenera età), ha deciso di raggiungere il procuratore del giocatore, Dario Canovi, che ha tessuto volentieri le lodi del proprio assistito, presentandolo così:

"Fernando ha grandissima velocità e rapidità miste ad una tecnica eccezionale. E' uno che non molla mai e questa una qualità che viene apprezzata da chi lavora con lui, tecnici in primis. Non è il classico attaccante che sta fermo, se perde la palla se la va a riprendere e questa è la cosa che più mi piace di lui. Quando lo visionai per la prima volta, in dvd, mi impressionò proprio questa caratteristica: perse una palla al limite dell'area e se la andò a riconquistare dopo una rincorsa lungo tutto il campo. Non è uno che si lamenta se subisce un fallo: se l'avversario lo butta giù, si rialza e lo punta immediatamente. No, Fernando non ci sta proprio a perdere, e sono convinto che impiegherà molto poco per diventare uno dei migliori 20 giocatori al mondo. Potrò sbagliarmi, ma vi assicuro che non ho mai visto un giocatore con queste qualità, pur avendo avuto la procura di 13 Campioni del Mondo. Ha il carattere giusto per essere un grande calciatore. E' un 'figlio di buona donna' in senso buono, già furbo, smaliziato, ed intelligente". I media però riservano le luci della ribalta sempre ad altri talenti, o presunti tali: "Imputo questo solo al fatto che non giochi con Milan e Juventus". Sulla posizione ideale in campo, Canovi non ha dubbi: "E' una punta esterna e può giocare sia a destra che a sinistra. Forse è meglio sulla sinistra perché poi può accentrarsi e tirare con il destro. Il mancino è il suo unico limite, al momento: non lo usa molto e non lo usa ancora benissimo. Sarei un uomo felice se lo vedessi giocare con Zeman come allenatore. Credo che farebbe tranquillamente 20 gol in una stagione". Un talento cristallino, specialmente in tenera età, tende a disinteressarsi della fase difensiva. Per Forestieri, però, il discorso non vale: "Ieri (nella vittoriosa trasferta del Siena ad Empoli, NdR), ha corso come un matto recuperando palloni lungo tutto il campo. Nel primo tempo ha giocato da rifinitore e chi correva era lui, e non certo Frick e Maccarone". Al "Castellani" è arrivata la prima piccola rivincita nei confronti di chi lo snobba. Fernando ha infatti vinto per k.o. tecnico il confronto a distanza con Giovinco, pubblicizzato gioiello juventino: "Rispetto a Giovinco ha più fisicità e più concretezza, pur essendo molto più giovane. La tecnica è sicuramente la stessa, ma vedo Forestieri già superiore. Non dimentichiamoci che ha un anno in meno anche rispetto a Pato ed ha la stessa età di Balotelli: a me l'interista piace molto ma a mio avviso, anche se sono diversi, Fernando ha qualcosa in più anche rispetto a lui ed aspetto con ansia di vederli insieme in Nazionale". Forestieri, infatti, pur essendo nato a Rosario in Argentina, ha deciso di vestire la maglia azzurra: "E' stato il padre a farlo scegliere prima che venisse in Italia, perché loro sono italiani. Quando ha avuto la possibilità di tornare qui, per lavoro, si è precipitato anche perché la situazione in Argentina non è delle migliori. Fernando è un nazionale under 19 già da due anni, ha iniziato sotto età e proprio oggi è alla 'Borghesiana' per rispondere ad una convocazione. Rocca lo adora non solo perché è un bravo calciatore ma anche perché negli allenamenti non si tira mai indietro e perché mentalmente e fisicamente partecipa alle sorti della squadra. Ha un senso di riconoscenza verso un paese che ha salvato lui e la sua famiglia, che è grande e gli sta alle spalle".
A Siena, al primo impatto con la Serie A, il talento di Rosario ha già messo in mostra gran parte delle sue qualità : "Direi che il ragazzo sta vivendo molto bene questa esperienza. Ieri è stato eletto migliore in campo così come a Palermo, quando entrò a gara in corso. Si tratta di un'esperienza più che positiva, sta facendo molto bene, la società ha fiducia e lui sta rispondendo bene. Sta dimostrando quello di cui ero già a conoscenza, ovvero che può sfondare nel calcio che conta". Poi un retroscena: "All'inizio in Toscana non è che credessero molto in lui. Mi lega un rapporto di stima con il presidente del Siena che ha seguito un mio consiglio investendo su Fernando. In tempi brevissimi ha guadagnato la fiducia e la stima di tutti. Portanova, che è un mio assistito ed è uno degli uomini spogliatoio, mi ha confermato questo e Locatelli ha dichiarato che alla sua età non valeva neanche la metà di Forestieri. Se queste sono le opinioni dei suoi colleghi è perché il talento si vede. Posso portare un altro esempio: quando vidi Robinho per la prima volta aveva 15 anni e si disputava una finale tra San Paolo e Santos. Lui ubriacò i difensori del San Paolo durante tutta la gara, nessuno lo conosceva ma si vedeva già di quale stoffa disponesse, tant'è che ora è forse il giocatore più importante del Real. Ecco, come mi sono accorto subito delle qualità di Robinho, lo stesso è accaduto con Forestieri". I complimenti, però, non arrivano solo dai compagni di squadra: "Ieri un giornalista, che non sentivo da tanto tempo e che stava seguendo in diretta la partita del Siena, mi ha chiamato per dirmi che avevo ragione quando dichiaravo che Fernando era un fenomeno. Io per lui ho speso sempre belle parole e so di non sbagliare. Lo stesso Marco Branca,direttore dell'area tecnica dell'Inter, all'indomani della sfida coi nerazzurri mi disse che per loro era stata una fortuna l'ingresso di Fernando solo nell'ultimo quarto d'ora, altrimenti le cose si sarebbero complicate".
Il giocatore è in comproprietà tra Siena e Genoa e Canovi illustra così la situazione: "La comproprietà è libera ed esiste un gentlemen's agreement tra le due società. Saranno loro a decidere". Le big sono alla finestra: "Tutte le grandi squadre italiane si sono già mosse o hanno mostrato una vecchia predilezione nei suoi confronti. Se Baldini fosse rimasto al Real Madrid, probabilmente Fernando sarebbe già lì, ma non è da escludere che anche il presidente Calderon sia interessato al ragazzo. In Inghilterra, Arsenal, Manchester e Chelsea si sono fatte avanti. Personalmente ritengo che il campionato che maggiormente possa valorizzarlo sia quello italiano. In Italia è letale e può risultare determinante. E' vero, in Spagna giocano con spazi più larghi, ma così non estremizzerebbero le qualità che lui possiede. In Italia con gli spazi corti lui crea superiorità numerica e mette in difficoltà la difesa avversaria. Se ti punta dieci volte ti salta nove: o va in porta o ti costringe all'ammonizione. Credo che, se si stilasse una classifica basata sui minuti giocati, i falli subiti e le ammonizioni causate, sarebbe nettamente in testa". L'investimento per assicurarsi il talento dovrà essere, giocoforza, oneroso: "Il Siena lo ha pagato un milione e mezzo in contanti più la cessione del cartellino di Konko, per un totale di tre milioni. E' chiaro che è un giocatore quotato e le possibilità che finisca in una squadra di primo piano già dalla prossima stagione sono molto alte. Credo che si accaserà in un top-club oppure resterà un altro anno ancora a Siena". A 18 anni, però, l'approdo in una grande squadra potrebbe portare con sé minori occasioni per mettersi in mostra. In Italia soprattutto, sembra che al giovane promettente venga preferito l'altisonante nome straniero, oppure, non ultimo l'esempio di Pato, si vada alla ricerca del giovanissimo già affermato: "Questa è una cosa verissima, mentre all'estero ciò non accade. Basti pensare al Barcellona o all'Arsenal mentre da noi si va a prendere Pato che ha già vinto un Mondiale per club e costa molto. Tuttavia sono convinto che si maturi prima in una grande squadra e che i grandi giocatori non hanno problemi a ritagliarsi degli spazi. Tra il lottarsi una maglia da titolare al Siena, dove per me dovrebbe partire sempre titolare, e farlo in una squadra come la Roma, di strada ne corre. Poi va fatto anche un altro tipo di discorso: qualcuno crede in Fernando e chi se lo assicurerà non spenderà poco, facendo un discreto investimento. Gli investimenti rappresentano anche la protezione del giocatore: una squadra che investe parecchio poi tende a proteggere l'investimento e questo è un vantaggio per il calciatore".
Dopo un affresco così dettagliato, non possiamo esimerci dal porre la fatidica domanda: quante sono le possibilità di ammirare Forestieri all'Olimpico?: "Non so che contatti ci siano stati e se ci sono stati tra Roma, Genoa e Siena. Sui contatti con la Roma so poco o nulla mentre io non ho parlato mai con la società di Trigoria, almeno finora". Per fissare un prezzo, a chi bisognerà fare riferimento tra le due società detentrici del cartellino?: "Credo che prima di tutto la Roma dovrebbe parlare con me, perché probabilmente la cosa più giusta da fare sarebbe quella. Ritengo che la Roma abbia buoni rapporti sia con il Genoa che con il Siena. Forse sarebbe più conveniente per loro trattare con i toscani, dal momento che, dopo i prestiti di Corvia e Galloppa, i rapporti sono ulteriormente migliorati".
Per concludere, Canovi non si nasconde. Se fosse lui a dover scegliere la prossima meta del ragazzo, il biglietto di sola andata con destinazione Roma sarebbe già pronto: "Ovviamente, vivendo nella capitale, propenderei per la società giallorossa. La sua posizione sarebbe quella che occupa attualmente Mancini. Non dico che verrebbe a togliere il posto al brasiliano, perché queste sono cose che decidono i tecnici, però a lui quella collocazione calzerebbe a pennello".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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