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Roy Lassiter: l'aeroplanino (rotto) del Genoa

di Germano D'Ambrosio
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Nella strana storia di Roy Lassiter c'è tutto. Successi, sconfitte, record, guai con la legge. E una rovesciata a Castel di Sangro che lo ha innalzato a guru delle meteore. Basterebbe quell'episodio per inquadrare il personaggio. Come dite? Non basta? Vi accontento...

Roy Lassiter nasce il 9 marzo 1969 a Washington DC, ma in tenerissima età si trasferisce a Raleigh, nel North Carolina. Il suo vicino di casa è uno dei coach della North Carolina State University, ed è forse anche per questo che il ragazzo fin da giovanissimo si avvicina allo sport: gioca inizialmente a basket e a baseball, e dopo un po' si avvicina al calcio, subito con ottimi risultati. "Non avevo molto talento, ma sapevo mettere la palla in rete" ricorda Lassiter, che con la squadra dell'Athens Drive High School e - contemporaneamente! - con il Raleigh United, vince il campionato nel 1989 e si consacra attaccante. Nominato quarto miglior giocatore americano del circuito delle High School, proprio nel 1989 Roy si iscrive al Lees-McRae College, e l'anno successivo alla North Carolina State University, dove completa gli studi. I racconti delle sue gesta calcistiche trovano ben presto eco sulle pagine dei quotidiani dell'East Coast, e nel 1992 "Dawg" Lassiter viene convocato per la prima volta in Nazionale: è il 25 gennaio e l'avversario (stavolta solo sportivo!) è la Russia, o meglio il C.I.S., che vince 1-0. Sembra l'inizio di una carriera sfolgorante, ma ecco arrivare i primi guai. Pochi giorni dopo il suo debutto in Nazionale, Lassiter si infortuna gravemente ed è costretto a stare fuori per diversi mesi. Intanto, i suoi genitori divorziano e il ragazzo si trova - oltre che praticamente disoccupato - senza una famiglia, il ché a 23 anni non è affatto piacevole. Il morale va in frantumi e lui perde la rotta: il 23 maggio e poi l'8 luglio viene arrestato per furto con scasso. Già due anni prima Lassiter era stato dichiarato colpevole di aver falsificato alcune carte di credito. Con la fedina penale già sporca, ma il palmares praticamente intonso, Lassiter decide allora di mettersi alla prova in Costa Rica, precisamente al Turrialba, dove si accasa nell'autunno del 1992. Recuperata piano piano la forma fisica, Lassiter fa vedere cose buone e l'anno successivo viene ingaggiato dall'AD Carmelita. Qui viene notato dal prestigioso Alajuelense, che nell'estate del 1994 gli offre un contratto multimilionario. La spesa si dimostra assolutamente motivata: l'attaccante segna gol a raffica, e a fine stagione riceve offerte da club sudamericani ed europei (anche da parte dei brasiliani del Santos!). Ma l'Alajuense lo blinda con un contratto da 60.000 dollari, convincendolo a rimanere almeno per un'altra stagione. Ancora una volta, ne vale la pena: Lassiter viene nominato miglior giocatore straniero del torneo. Il 1995 sembra poter essere davvero il suo anno: torna il feeling con la Nazionale, e il 7 ottobre Roy segna il suo primo gol (il 4-3 che vale la vittoria finale) contro l'Arabia Saudita. Il giorno dopo, tuttavia, un giudice lo condanna ad un mese di carcere: il giocatore non aveva scontato del tutto la pena dopo il secondo furto con scasso, fuggendo proprio in Costa Rica. Lassiter viene anche costretto a 200 ore di servizi sociali e al pagamento di circa 2.000 dollari, tra danni e spese processuali. Costretto da ragioni non sportive a restare negli Stati Uniti, Roy non si perde d'animo e nel gennaio 1996 firma con il Tampa Bay, con la quale disputa la neo-nata Major League Soccer. Qui Lassiter stringe un intenso rapporto di amicizia con Carlos Valderrama, che diventa immediatamente suo compagno di stanza. Roy ora è sereno, e si vede: con 27 gol il 34 partite diventa il capocannoniere del torneo, che come detto è alla prima edizione assoluta e dunque gode di una pubblicità internazionale molto elevata. Pubblicità che arriva anche in Italia, e in particolar modo ai dirigenti del Genoa, che forse anche per dare un pizzico di folklore alla squadra decidono di ingaggiare la punta statunitense. A ottobre, quando la MLS è ferma, il Tampa Bay presta dunque il giocatore ai Grifoni, intascando una cifra pari a un milione di euro, che per un contratto di soli sei mesi è decisamente parecchio. Roy è entusiasta della nuova esperienza, anche se in fondo si tratta di serie B; i tifosi rossoblu, ignari peraltro dei trascorsi galeotti del giocatore (in pochi avevano Internet, all'epoca), si augurano quantomeno che non perda il vizio del gol.

"Lassiter, un Marine per il Genoa" titola il Guerin Sportivo quando il giocatore sbarca - continuando il gioco di parole - in Liguria. In effetti l'attaccante a stelle e strisce suscita curiosità - è il secondo a giocare in Italia dopo Alexi Lalas - e anche una certa attesa nei tifosi genoani. La società presieduta da Spinelli si è appena lasciata sfuggire il bomber Vincenzo Montella (perso alle buste con l'Empoli) e con il nuovo tecnico Attilio Perotti rivoluziona la squadra dell'anno precedente. L'attacco viene affidato ancora una volta a Marco Nappi, affiancato dal belga Micheal Goossens e, per l'appunto, da Lassiter. "Dove ho giocato ho sempre segnato parecchio... e non intendo fermarmi proprio ora" dichiara spavaldo quest'ultimo, e il fatto che il suo festeggiamento post-gol sia costituito dal gesto dell'aeroplano (Roy è un appassionato di volo) fa ben sperare i tifosi, ansiosi di accogliere un presunto "nuovo Montella", dopo che quello "vecchio" aveva segnato ben 21 gol nella stagione precedente. Lassiter compare per la prima volta in un tabellino del campionato cadetto il 24 novembre 1996, in Genoa-Chievo: subentra a Beghetto a mezz'ora dalla fine, e vede raramente il pallone. Almeno non fa danni: finisce 1-1. Perotti - convinto ormai pienamente della coppia Nappi-Goossens - prova a buttarlo nuovamente nella mischia il 5 gennaio, durante Genoa-Foggia. Anche qui mezz'ora circa, e 0-1 finale per i pugliesi con gol di Zanchetta al minuto 93. E' qui che patron Spinelli si convince ad acquistare un altro attaccante: trattasi di Giovanni Pisano, prelevato dalla Salernitana, che chiuderà il campionato con 10 reti all'attivo. Di Lassiter, invece, si perdono completamente le tracce: il giocatore, che pure continua ad essere apprezzato in patria (a dicembre ha segnato il 2-1 decisivo tra USA e Costa Rica), non viene portato neanche in panchina. Zero presenze anche in Coppa Italia. Manco a dirlo: a giugno se ne torna al Tampa Bay, con gli ultras che gli scrivono "Torna a casa Lassi". Parentesi triste? Altrochè, c'è di che scompisciarsi! Leggenda vuole che Lassiter un gol l'abbia segnato, con la maglia del Genoa, ma proprio nella partita sbagliata. E' il 1 dicembre 1996 e si gioca Castel di Sangro-Genoa allo stadio "Patini", nella cittadina abruzzese. Al ventesimo minuto il nostro Roy si inventa una clamorosa rovesciata che beffa De Juliis e si infila in porta. Tripudio, incredulità, soddisfazione. Ma dopo qualche minuto si abbatte sullo stadio una vera e propria tormenta di neve, che costringe l'arbitro a sospendere la partita invalidando quindi il gol messo a segno. Tutto da rifare: quel gol, peraltro molto bello, non esiste più. Cancellato, per sempre; o meglio, sciolto nella neve. Nel recupero (08/01/97) di quella rete non ci sarà più traccia, né di Lassiter, e alla fine il Genoa perderà pure 1-0. Roba da antologia delle meteore, da sfiga fantozziana. E' soprattutto per questo episodio che Lassiter è restato nella storia del Genoa: non a caso in un recente sondaggio a cura del sito grifoni.org, è quarto nella classifica dei peggiori giocatori capitani sotto la Lanterna negli ultimi 20 anni. Nel bene o nel male, purché se ne parli...

Roy, dopo un'estate "di riflessione", torna negli Stati Uniti e il Tampa Bay (forse dopo aver visto qualche sua giocata con il Genoa. O forse proprio per NON averla vista...) lo cede al DC United, squadra altrettanto prestigiosa, in cambio del suo compagno di Nazionale e amico Roy Wegerle. Dunque nel 1998 Lassiter torna a Washington, dove segna 18 gol in 31 partite, concludendo il campionato al terzo posto. Gioca praticamente tutte le gare di qualificazione ai Mondiali del 1998, ma all'ultimo momento viene escluso dal roster in partenza per la Francia, e inserito nell'infausta mini-rosa delle "riserve". L'anno successivo conferma l'ottima verve realizzativa segnando 18 reti in 24 gare, dopodichè si trasferisce prima al Miami Fusion (2000) e poi al Kansas City Wizards (2001), e dunque fa ritorno proprio al DC United (2002). Nel frattempo presta le sue movenze alla EA Sport, che sulla base del suo "motion capture" realizza i calciatori e le sequenze del videogioco FIFA 2000. Ma l'età avanza e le prestazioni calano: nel 2003 Lassiter si accasa al Virginia Beach Mariners, nel ruolo di player-manager, e l'anno successivo tira ancora qualche calcio nel Laredo Heat, squadra del campionato USL (niente di medico, si tratta di un torneo amatoriale che si gioca d'estate tra USA e Canada). Poi basta: nel 2004 il nostro attaccante appende gli scarpini al chiodo, forte del suo record di 88 reti segnate in MLS. Record battuto da Jason Kreis proprio qualche mese dopo il suo addio. In Nazionale, invece, il bottino è meno lusinghiero: dal 1992 al 2000 ha segnato solo 4 reti in 30 partite.

In molti si chiedono dove sia finito Roy Lassiter, e stavolta non è né un giudice né un direttore sportivo a porre la questione. Ebbene, il nostro Roy per più di un anno è stato capo degli allenatori della Dripping Springs Youth Soccer Association, una sorta di scuola calcio nazionale. Attualmente vive ad Austin, in Texas, con sua moglie Wendy e i sue due figli Ariel Daniel e Christian. Qui organizza ogni estate il "Roy Lassiter Summer Camp", un periodo di training prestagionale per ragazzi da 8 a 18 anni. Direttore organizzativo è suo fratello Arick, anche lui ex calciatore e allenatore. Leggendo la brochure, si apprende che il costo si aggira tra i 150 e i 275 dollari, il tutto per soli 4 giorni di stage. Sembra tanto, ma volete mettere l'emozione di farsi insegnare a giocare a calcio da una meteora come lui?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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