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Karim Benzema, l'erede di Trezeguet

di Giuseppe Di Napoli
In Italia l'Inter è in pole, ma il francese del Lione ha tanti estimatori in Spagna e Inghilterra
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Stagione 2004-05. Ultimi scampoli di partita. Stade de Gerland. L'allenatore del Lione, Paul Le Guen, fa entrare con la maglia del Lione un perfetto sconosciuto: Karim Benzema. Il caso vuole che gli capiti un pallone. Lo "sconosciuto" si gira di scatto, alza la sfera, effettua un "sombrero" ai danni dell'avversario e fa scivolare il pallone in profondità per il compagno che fa partire un grosso tiro diritto nel sette. Questo il biglietto da visita di Karim Benzema, un francese di origini algerine che ha tutte le intenzioni di bruciare le tappe. In meno di tre anni è riuscito persino a soffiare il posto in nazionale al capocannoniere del campionato italiano, un certo David Trezeguet: ma in questo caso vanno considerate anche le scelte bislacche di Raymond Domenech. A dire il vero tra i suoi estimatori qualche tempo fa c'era proprio Trezegol: "Come movenze e anche come fisico è il mio erede. Per maturare, però, necessiterebbe di un'esperienza all'estero". Parole un po' meno dolci quando David, scoprendo che per il selezionatore transalpino l'allievo aveva superato il maestro, ha sfogato così la sua rabbia per la mancata convocazione: "Segnare per la Juve e per il Lione non è proprio la stessa cosa...". Ma c'è un'altra investitura illustre che rafforza la tesi che ci troviamo di fronte ad un futuro campione: è il prossimo Pallone d'oro Kakà che dice di "apprezzarne lo stile di gioco".

Benzema non è proprio una punta centrale alla Trezeguet. Almeno non lo è ancora. Ha sicuramente un ottimo fiuto del gol ma ama anche svariare sul fronte di attacco: spesso parte più largo per accentrarsi e tirare col destro. Il tecnico Houllier è rimasto da subito impressionato per la sua tecnica e la sua agilità: oltre ad avere un ottimo controllo del pallone e una discreta visione di gioco, possiede anche ampi margini di miglioramento. Tra i difetti che gli si imputano c'è quello di estraniarsi troppo spesso dalla contesa: quando tocca pochi palloni gli capita di perdere la pazienza e anche qualche pallone di troppo, commettendo persino errori imbarazzanti. Ma il ragazzo, introverso e irascibile, spesso dimostra gli anni che ha: venti. E a quell'età è consuetudine sognare ad occhi aperti, tanto da far impazzire gli organi di stampa: un giorno dice di volere il Real, un altro il Barcellona, un giorno è attirato dal calcio inglese, un altro ancora dichiara ammirazione per il Milan. Il futuro immediato è quello indicato, in esclusiva nazionale per Tuttomercatoweb, dal suo procuratore Karim Djaziri: "Rispetterà il contratto fino al 2012. Ha un un lungo futuro nel Lione: non ha avuto nessun contatto con altri club". In realtà sondaggi sono stati realizzati, in ordine di tempo, da inter, Milan, Arsenal, Real Madrid e Manchester City che proprio qualche giorno fa avrebbe fatto pervenire un'offerta di 20 milioni al Presidente Aulas, il focoso presidente del Lione che è sempre riuscito a monetizzare le sue cessioni. L'Inter lo sa, ma è cosciente di aver un rapporto privilegiato con il Lione dopo l'affare Grosso. Sarà lui l'erede di Adriano? Alcuni amici vicini al giocatore hanno rivelato che lui preferirebbe la Spagna e l'Inghilterra. Chissà. L'unica certezza è che il vero affare lo realizzerà il Lione dal momento che Karim Benzema è un prodotto del vivaio: si tratta di una vera e propria eccezione per una società che strategicamente punta poco sui giovani coltivati in casa.

Esordio in Ligue I, con magia e assist vincente; esordio in Champions con gol (contro il Rosenborg); esordio con gol in nazionale maggiore dove viene convocato a 19 anni: si tratta di un predestinato. E' stata l'ex stella della Francia Bernard Lacombe a credere in lui e a farlo crescere nelle giovanili del Lione e della nazionale: dopo aver dato i primi calci nella squadra al Bron Terraillon, banlieu dove Benzema è nato, si distingue soprattutto con la maglia dei blues: nel 2004 vince il Campionato Europeo Under 17 (18 partite e 14 reti); nel 2005 vince l'Europeo Under 18 (10 partite e 5 gol); neanche il tempo di giocare con l'Under 21 che è subito promosso tra le prime scelte della nazionale maggiore con la quale segna all'esordio contro l'Austria. A 20 anni già può vantare nel suo palmares tre scudetti, una Supercoppa di Francia, oltre ad un campionato primavera vinto nel 2005. La scorsa stagione, amara per l'esclusione dalla Champions ad opera della Roma, Benzema ha chiuso con 21 presenze e 5 reti. Quello in corso è l'anno della consacrazione: 11 reti in 14 incontri. Pare tuttavia che il ragazzo non si sia montato la testa grazie agli amici (tra questi due stelle del panorama calcistico francese, Samir Nasri dell'Olympique Marsiglia e Ben Arfa, suo compagno nel Lione) e soprattutto grazie alla madre che fino all'anno scorso lo accompagnava agli allenamenti: Benzema non ha dimenticato un'infanzia difficile, una madre che ha dovuto crescere otto figli in una remota banlieu di Lione dove per un francese, soprattutto se di origine algerina, sognare è quasi proibito. Quasi. C'è infatti da ringraziare anche la madre Francia "che mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore" dopo aver rifiutato di giocare per la nazionale algerina. Probabilmente quando ha segnato il suo primo goal con la nazionale transalpina, dedicando il gol a sua madre, avrà pensato per un attimo a quel piccolo paese, arroccato sulle montagne della Cabila, paese addirittura fondato dagli antenati di Benzema: Tighzert. Posti di terroristi, mica di campioni...


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