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ESCLUSIVA TMW - Berrettini: "Vi svelo i segreti di Diakhatè, nuovo gioiello della Fiorentina. Su Ba e Faye Udinese e Lazio"

di Christian Seu
Il tecnico del De Camberene ci svela i retroscena della sua avventura al Viareggio

Parli di calcio giovanile e pensi a lui. Paolo Berrettini, ex tecnico federale nonché campione europeo Under 19 nel 2003, ha appena terminato la propria esperienza al Torneo di Viareggio alla guida dei senegalesi del De Camberene. Una squadra che, al di là dei zero punti raccolti nel girone eliminatorio, ha messo in evidenza un buon collettivo e alcuni elementi già finiti sul taccuino delle squadre di A. Tra questi, Pape Diakhate (16), già ingaggiato dalla Fiorentina grazie al solito occhio lungo di Pantaleo Corvino. In esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb, l'esperto allenatore ha parlato della propria avventura senegalese.

Mister, anzitutto un doveroso commento sulla vicenda che vi ha tristemente portato alla ribalta, con la fuga dal ritiro di sei giovani giocatori
"Purtroppo dispiace, e non ci voleva. Era già capitato qualche anno fa, con dei ragazzi del Camerun. Un peccato, considerato che un paio di loro erano veramente bravi, come Pape Malik Fall e Issa Mbaye: non ho idea di cosa possano fare ora, senza documenti non possono neppure giocare in Italia. Spero che l'ingaggio di Diakhate, possa essere un segnale positivo in questo senso".

Tracciamo un bilancio dell'avventura del De Camberene al Viareggio: nessun punto, ma bel gioco e tanti complimenti
"Abbiamo concluso il nostro torneo a zero punti, ma ci siamo tolti delle belle soddisfazioni: abbiamo messo in seria difficoltà Anderlecht e Roma, ovvero una semifinalista e una finalista della competizione. Le recriminazioni non mancano: con i giallorossi abbiamo dominato per 70' per poi subire gol su un calcio di rigore almeno dubbio, con i belgi abbiamo preso due pali...Purtroppo i miei ragazzi hanno un difetto, sul quale sto lavorando: non tirano da fuori area, vogliono sempre arrivare in area per calciare in porta, sfruttando il possesso palla. Sotto questo punto di vista sono fenomenali, hanno rapidità d'esecuzione nei passaggi e grandi qualità".

Come si vive il calcio a Dakar?
"E' una situazione difficile. Ma le strade, i campetti, le spiagge persino sono sempre affollate da ragazzini che giocano a pallone, sempre, mattino e sera".

Un fenomeno sempre più raro in Italia, il calcio da strada...
"Esattamente. Quando allenavo le nazionali giovanili, Ottavio Bianchi era responsabile del settore giovanile e spronava a seguire, oltre alle squadre Primavera, Allievi, Giovanissimi, anche il calcio giocato nei rioni popolari, a Roma come a Palermo ad esempio. Spesso il campioncino lo trovi lì, ma bisogna avere il coraggio di prenderlo e portarlo via dalla strada, per inserirlo in strutture sportive. Quello che sto facendo io in Senegal in questo momento, ricevendo non pochi complimenti".

Che anche in Italia si sprecano: prova del suo ottimo lavoro, Pape Diakhate, già ingaggiato dalla Fiorentina.
"Davvero un motivo d'orgoglio. Manca solo la firma, il ragazzo parte domattina per rientrare a Dakar e avviare le pratiche per ottenere il visto. Poi potrebbe tornare subito in Italia, perché la Fiorentina vuole averlo a disposizione per qualche settimana prima dell'avvio della prossima stagione per fargli fare allenamenti specifici".

Mister, ci aiuti a inquadrare Diakhate
"E' un grandissimo giocatore. Io, di ragazzi così, a 16 anni, ne ho visti pochi. E' un centrocampista centrale, gioca davanti alla difesa: lo paragono ad Aquilani, al quale si fa addirittura preferire nella fase difensiva. Recupera decine di palloni, sa ripartire e impostare l'azione: è destinato a giocare ad altissimi livelli. E' stato abilissimo Corvino: appena finita la partita con la Roma, il ds della Fiorentina mi ha chiamato subito, per avere informazioni e per bloccare immediatamente il ragazzo. Si sono mosse in ritardo le altre squadre: ce l'hanno chiesto un paio di A, ma anche il Le Mans e il Lugano, ma ormai l'avevo promesso a Corvino. Firenze per Diakhate è l'ambiente ideale, sanno come crescere i giovani e si vede anche da come si comportano a livello societario: insomma, fare un contratto di cinque anni a un ragazzo di 16 anni non è da tutti...".

Un altro giocatore che è finito sui taccuini di diverse squadre è Birane Ba
"Su Ba c'è l'Udinese. Ho parlato con Andrea Carnevale (responsabile degli osservatori del club friulano, ndr), mi ha spiegato che Pozzo è in Spagna per lavoro fino a lunedì prossimo, al suo rientro analizzeranno insieme la situazione relativa agli extracomunitari: se il patron bianconero darà l'ok, potrebbe sostenere un periodo di prova di una ventina di giorni ad aprile. Ba è un terzino sinistro, un fluidificante come pochi se ne vedono in giro: da prendere senza pensarci troppo, è un classe 1990, ha margini di crescita spaventosi".

Si era parlato anche di un interessamento della Lazio per Abdoulaye Faye
"Sì, i biancocelesti avevano chiesto informazioni per Faye, ma è saltato tutto perché anche la società di Lotito era interessata a Diakhatè, sul quale c'era peraltro anche la Roma, con la quale avevamo anche un accordo per fare un'amichevole a Trigoria con la prima squadra. Purtroppo la fuga dei sei ragazzi e problemi burocratici hanno fatto saltare questo appuntamento. Faye è un ragazzo del 1988, un trequartista dal fisico possente, un torello, che dispone di un'ottima tecnica di base. A questi, va aggiunto il difensore Pape Diouf, cercato dal Le Mans".

Qual è stata la maggior difficoltà nell'accostarsi al De Camberene?
"Questi ragazzi sono dotati di ottima tecnica. Il problema, almeno inizialmente, è stato inculcare quella cultura tattica di cui non disponevano, soprattutto a livello difensivo: ho molto insistito su diagonali e fuorigioco, devo dire che le risposte sono state più che convincenti. Sotto questo profilo, l'hanno ammesso gli stessi giocatori, hanno imparato moltissimo. A Dakar hanno molto apprezzato il mio lavoro, la Federcalcio senegalese mi ha anche offerto la guida delle nazionali giovanili, ma ho preferito rifiutare. E lo stesso Camberene, con i soldi delle cessioni di questi ragazzi, potrà campare trent'anni..."

La sua avventura in Senegal prosegue dunque?
"Sì, ho promesso a questi ragazzi che non li lascio. Questo nonostante le offerte non mi manchino: ho avuto addirittura un contatto con la Federazione della Costarica, vorrebbero affidarmi la Nazionale maggiore. Anche in Tunisia mi ha cercato un'importante squadra di club, ma io voglio proseguire qui, è un'esperienza che mi ha affascinato".

Le chiediamo, per chiudere, un giudizio sul torneo di Viareggio: segnalerebbe qualche nome in particolare?
"Anzitutto mi permetta una nota: la formula del torneo va rivista. Così come andrebbe ristudiato il campionato Primavera, questo lo dico da ormai un paio d'anni: i fuoriquota finiscono soltanto per danneggiare i giovani. Nessun giocatore mi ha sorpreso in modo particolare, ma cito il portiere del Torino, Gomis, che è senegalese fra l'altro: ha dimostrato buone doti. Tra gli italiani segnalo Palermo e Polverini della Roma, che ho allenato a livello di Nazionali giovanili, ma anche Di Gennaro del Milan. Poi, Di Carmine e soprattutto Brivio della Fiorentina: classe 1988, non dovrebbe nemmeno giocare in Primavera, credo sia già pronto per la serie A".

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