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Edison Cavani: il futuro idolo di Palermo

di Francesco Letizia
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Agliana è un piccolo paese di 15mila abitanti, a 9 km dal capoluogo di provincia Pistoia: da qualche anno ormai, il campo sportivo "Comunale Bellucci" è una delle sedi della celeberrima Coppa Carnevale, altrimenti conosciuta come Torneo di Viareggio. Certo che la manciata di spettatori presenti sugli spalti del "Bellucci" il 20 Febbraio 2006, mai avrebbe pensato di assistere alle gesta di un giocatore che esattamente 12 mesi dopo sarebbe valso ben 5 milioni di euro; la favola di Edison Cavani inizia proprio da qui, con quel gol nella sfida tra la squadra giovanile del Danubio, club della capitale uruguaja Montevideo, e la Primavera del Messina. Quel ragazzo che indossava la maglia bianconera numero 9 attirò in quei 90 minuti, coronati dal gol decisivo, l'attenzione di diversi osservatori di Serie A, specie i sempre attenti uomini dell'Inter: tuttavia alla richiesta di 500 mila euro per il suo cartellino, i dirigenti nerazzurri batterono in ritirata, ripiegando poi sul capocannoniere del torneo, il talentuoso uruguajo Ribas, strappato ai campioni della Juventud a parametro zero.
Lo sbarco di Cavani nel Bel Paese avviene quindi con quasi 365 giorni di ritardo: certo da quel gol nello sperduto campetto pistoiese fino all'ingente investimento economico fatto dal presidente del Palermo Maurizio Zamparini (su consiglio del suo ds Rino Foschi), il neo-numero 7 rosanero ne ha fatta di strada. Nato il giorno di San Valentino del 1987 a Salto, città dell'Uruguay del Nord (regione conosciuta per essere patria dei tipici Indios "Charrua"), il piccolo Edison, sangue indio-italiano (i nonni paterni emigrarono in Sud America da Maranello, la patria del Cavallino rampante Ferrari), vive la sua infanzia giocando tra le paludi al confine con l'Argentina: a 12 anni poi, si trasferisce nella ricca Montevideo, capitale dello stato, per entrare nel settore giovanile del Danubio, una delle 12 squadre di calcio della città, quella che ha visto crescere anche "El Chino" Recoba, Chevanton, Zalayeta... Dopo essersi tolto qualche soddisfazioni nei campionati giovanili, categoria in cui a causa della sua fragilità fisica gli viene affibiato il nomignolo "El Botija", finalmente per il bomber di Salto, giunge il momento dell'esordio, durante il Clausura 2006: alla fine della stagione, che vedrà il Danubio vincere l'Apertura, il bottino di Cavani sarà di 12 marcature ed un posto da titolare preso di prepotenza a suon di gol, arma letale per il cuore dei tifosi. La svolta giunge però a gennaio nel Sudamericano Sub20, torneo di qualificazione a Mondiali U20 e Olimpiadi, in cui Edison dimostra tutte le sue doti di bomber e leader guidando da capitano la sua Nazionale al terzo posto (qualificazione ai Mondiali che si svolgeranno in estate in Canada) ma soprattutto vincendo il Pallone d'Oro del torneo con 7 gol in 9 partite: sette gioielli in cui Cavani mostra al pubblico internazionale tutto il suo repertorio, dall'imperioso stacco di testa alla freddezza nel battere i rigori, passando per il tiro da fuori area e i gol "facili" a pochi metri dalla linea di porta.

Per lui la stampa internazionale, soprattutto quella italiana, ha speso diversi elogi ed un paragone: sulla bocca di tutti infatti, è già diventato "Il nuovo Ibrahimovic". Da un punto di vista puramente tecnico, il parallelismo con il numero 8 nerazzurro può essere avallato: Cavani lavora ottimamente il pallone, è essenzialmente ambidestro, possiede una discreta capacità di dribbling e dispone di un tiro secco ma nei calci piazzati riesce anche a dare il giusto giro al pallone. Tatticamente, la sua funzione in aiuto della squadra risulta probabilmente maggiore rispetto a quella di Ibra: in alcuni movimenti di sponda, Edison ricorda il tipico gioco che caratterizza Luca Toni, ovvero quello di arretrare per far salire la squadra o conquistarsi il fallo spalle alla porta. Per quanto riguarda poi la sua spietatezza sotto porta, l'uruguajo sembra maggiormente dotato del suo "competitor" svedese: la capacità di trovarsi sempre nel punto giusto al momento giusto ricorda vagamente il senso del gol dei grandi bomber mondiali, maestri di questo gioco, Filippo Inzaghi e David Trezeguet, da cui ha ereditato anche l'abilità nel gioco aereo ed acrobatico. "El Matador" (soprannome maturato nel corso del torneo continentale) è quindi un giocatore moderno, con numeri da seconda punta ma che si trova di certo maggiormente a suo agio nel ruolo di finalizzatore, specie da punta unica: i suoi difetti sono essenzialmente da colmare nella struttura fisica, che pur all'occhio appare meglio sviluppata di quanto realmente sia (184 cm x 70 kg), complici le spalle possenti che mascherano un po' la gracilità del corpo. Sul riscontro in campo, è ovvio che la poca esperienza tra i professionisti potrebbe influire sul suo rendimento iniziale in Serie A: tuttavia il poter lavorare su un giocatore ancora in divenire ma con già ottime base tecniche potrebe anche essere un vantaggio da sfruttare per lo staff tecnico rosanero. Di certo la forte personalità dimostrata finora, la caparbietà e la leadership, dovrebbero aiutare Cavani a non "perdersi", come fece invece in Trinacria il mezzo "flop" Farias, che pur in patria si sta dimostrando un ottimo attaccante: l'infortunio di Amauri e la scarsa vena realizzativa di Caracciolo potrebbero forza maggiore aprirgli già le porte dell'11 titolare di Guidolin...Il quasi 20enne guerriero con sangue misto indio-maranellese, di certo non si sottrarrà alla lotta: con le sue giocate "illuminanti" spera di poter aiutare "La Favorita" a continuare a sognare la qualificazione in Champions League...infondo il "Comunale" di Agliana e il Santiago Bernabeu distano solo "qualche" centinaio di chilometri colmabili dai gol, vero Edison?

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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