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Lukas Podolski, il nuovo Principe tedesco

di Michael Angelici
A pochi mesi dal Mondiale organizzato in casa, la Germania si affida a "Prinz Poldi", il suo giovane centravanti di origine polacche per dare nuova linfa alla selezione nazionale.

Sono diversi i ragazzi nati dopo il 1980, cui il Ct dei teutonici, Jurgen Klismann, si affida per puntare al titolo mondiale. Su tutti, spicca il nome di Lukas Podolski, 20 anni da Gleiwitz, Polonia. Nel giro di due stagioni è passato dall'anonimato delle giovanili del Colonia, ad essere considerato il nuovo profeta del calcio tedesco: osannato dai giornali, venerato dai fans e simbolo di una nuova collezione firmata Adidas (c'è chi sostiene abbia lo stesso potenziale di marketing di David Beckham). Un vero crack. Anche se, a dire il vero, in questo scorcio di stagione, "Prinz Poldi" (il soprannome dato a Lukas dai suoi tifosi) non ha fatto assolutamente sfracelli, complice la disastrosa stagione del Colonia (ultimo in classifica) ed una sua involuzione, soprattutto fisica, causata anche dalle vacanze estive praticamente saltate dopo la Confederation Cup. La fiducia nei suoi confronti, comunque non è scemata. Sentite a tal proposito cosa racconta Felix Magath, il tecnico del dirompente Bayern Monaco, di questa prima parte della stagione: "Credo che Podolski possa produrre a Germania 2006 lo stesso impatto avuto da Wayne Rooney con l'Inghilterra ad Euro 2004. Rooney è più potente e robusto, ma Podolski è più elegante nel tocco. E a guardarlo giocare, non diresti che ha appena 20 anni. Ha l'astuzia del veterano, anche se è solo un ragazzo".
Giudizi ancora più entusiasti (e francamente un po' esagerati, N.d.A.) sono arrivati dal suo ex allenatore, Huub Stevens, che crede Podolski al livello "del giovane Johan Cruijff (!), del giovane Ryan Giggs o di Wayne Rooney".
Certo è che la sua permanenza a Colonia oltre questa stagione appare praticamente impossibile. Le offerte sono numerose per il centravanti teutonico, dal Bayern Monaco favorito (l'interesse del club bavarese è stato rivelato direttamente dal direttore generale Uli Hoeness), all'Amburgo, al Werder Brema. Lo stesso Podolski ha fatto sapere quest'oggi che ha gia preso contatto con queste squadre e che vuole risolvere la questione legata al suo futuro al più presto, per potersi poi concentrare esclusivamente sul calcio giocato.

Lukas è un mancino naturale, dal fisico ben strutturato (181 cm per 80 kg), è un centravanti mobile e potente. Svaria su tutto il fronte offensivo ed è in grado di giocare da prima, da seconda o anche da unica punta. Sempre nel vivo del gioco, quando parte palla al piede in accelerazione è praticamente inarrestabile anche con un avversario attaccato alla maglia. Ottima tecnica, ha un calcio molto preciso e di straordinaria potenza (col piede sinistro) e si fa valere anche di testa. E pensare che un prodigio del genere poteva essere il faro della nazionale polacca.
Podolski nasce, infatti, il 4 giugno 1985 a Gleiwitz, ad un centinaio di chilometri da Cracovia, nella Polonia sudoccidentale (in una zona, la Slesia, che fino alla seconda guerra mondiale faceva parte della Germania). La famiglia ha lunghe tradizione sportive: il padre Waldemar ha giocato a calcio nelle massime divisioni polacche (anche un titolo di vicecapocannoniere, nella stagione 1980/81 con la maglia del ROW Rybnik), mentre la madre Krystyna ha difeso i colori della nazionale di pallamano. Quando il piccolo "Poldi" ha solamente due anni, i genitori decidono di varcare il confine e di trasferirsi in Germania, precisamente a Bergheim, paese di 65 mila anime, 15 km ad ovest di Colonia. L'infanzia passa in fretta tra interminabili partite a calcetto, nel campo vicino a casa, dove lo zio è costretto in porta a parare le bordate mancine del ragazzino. Siamo nel 1991 e per far sfogare la voglia di pallone di Lukas, papà Podolski pensa sia ora di iscrivere il figlioletto alla scuola calcio del club di paese, lo 07 Bergheim. Il suo primo allenatore, Horst Bruschke, capisce immediatamente di avere fra le mani un piccolo fenomeno ("Era mingherlino ma aveva addosso una grinta incredibile e poi, già allora, era dotato di una tecnica fuori dal comune") e lo aggrega subito ai ragazzi più grandi, tra cui Poldi riesce comunque a fare la differenza ("Stavamo disputando un torneo indoor e Lukas aveva appena sette anni. Improvvisamente fece partire un bolide sinistro che ribaltò una delle miniporte utilizzate nelle palestre", ricorda ancora Bruschke). Le voci di questo diamante grezzo, che furoreggiava nei campi di periferia, non potevano non giungere all'orecchio dei talent scout del club tedesco. Ne segue le magie in particolare Ralf Krutwig, l'attuale capo degli osservatori del Colonia: "Fu impossibile non notarlo. Dinamismo e tocco di palla erano già allora straordinari". Il passaggio nelle giovanili del club di cui è tifoso (era sempre presente allo stadio per i match interni della squadra), è presto fatto.
Parallelamente alla scalata delle categorie minori del club teutonico, avviene anche quella in nazionale: le rappresentative under17, under19 e under21 vedono tutte protagonista Podolski. L'esordio in prima squadra non tarda ad arrivare. Siamo nel novembre 2003 ed il tecnico Marcel Koller, chiamato a sostituire il dimissionato Friedhelm Funkel, ed a risollevare le sorti del Colonia malinconicamente ancorato all'ultimo posto in classifica, pesca dal settore giovanile un centravanti che stava facendo sfracelli sia nella squadra riserve, sia in nazionale, con una quaterna realizzata qualche settimana prima nel match con il Lussemburgo. Lukas viene fatto debuttare, tra il tripudio dei tifosi, da titolare al fianco di Andrej Voronin, nella partita del 22 novembre persa in casa 1 a 0, con l'Amburgo (gol di Sergej Barbarez). Una settimana dopo disputa una grande prova nell'importantissimo pareggio (2 a 2) ottenuto all'Olympiastadion, contro il Bayern Monaco. Il primo gol arriva due giornate dopo, ed è la rete del provvisorio vantaggio contro l'Hansa Rostock. Alla fine della stagione (purtroppo conclusa con la retrocessione del Colonia) si conteranno 19 presenze e ben 10 reti, record assoluto per un diciottenne in quarantatre anni di Bundesliga. E' nata una stella.
L'estate 2004, per Podolski, è piena d'impegni. Dopo aver disputato l'europeo under21, viene chiamato anche in nazionale maggiore (in cui debutta nell'amichevole del 6 giugno contro l'Ungheria, subentrando a Jens Nowotny) per Euro 2004 (una presenza nel match con la Repubblica Ceca).
Durante la sessione di calciomercato estiva fioccano le offerte per "Prinz Poldi", ma lui facendo una scelta di cuore decide di non muoversi da Colonia: "Non posso abbandonare il club che mi ha dato la possibilità di giocare in Bundesliga", dice al riguardo. Nella serie inferiore è una cavalcata travolgente. Il Colonia vince il campionato davanti al Duisburg e Podolski domina la classifica cannonieri con 24 reti in 30 presenze.
Nonostante le critiche di chi non lo accetta ("un nazionale non può giocare nella Zweite Liga"), anche la sua carriera con la maglia della Germania prosegue in maniera sfavillante. Oltre a giocare da protagonista la Confederation Cup (chiusa al terzo posto, con 3 reti in 4 gare giocate), nell'anno solare appena trascorso gioca altri 8 match con i teutonici, infilando altri 5 gol.
Proprio le fatiche estive con la nazionale lasciano parecchi strascichi nei muscoli di Lukas che, come dicevamo, complice la brutta stagione della squadra, non gli consentono di rendere al meglio in questo primo scorcio di campionato (solamente 4 reti in 15 presenze). La pausa della Bundesliga (che riprenderà a fine gennaio, con il Colonia atteso dallo scontro salvezza, in trasferta, con il Mainz 05) non potrà che giovargli e fargli recuperare la brillantezza fisica indispensabile per affrontare un 2006 da protagonista, come è in grado di fare.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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