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Ian Harte: il mancino che interessa all'Inter

di Matteo Pucci
Ecco in esclusiva per TMW la scheda del difensore del Leeds che da tempo è entrato nel mirino dell'Inter. La storia, gli esordi, la carriera e il fantastico piede sinistro dell'irlandese Ian Harte.

Ian Harte, l'irlandese del Leeds United, è sicuramente il volto nuovo di una categoria, quella dei terzini sinistri, attualmente "in via di estinzione". Forse l'affermazione è un po' esagerata ma la realtà è pressochè questa, poiché nel ruolo che fu di Facchetti e Breitner i grandi giocatori si contano sulle dita di una mano. Seguendo un sondaggio fatto dalla Uefa infatti, si parte dal "pollice" con Roberto Carlos, per passare poi a Vincent Candela e Bixente Lizarazu: tutti grandi campioni che però si avvicinano alla soglia dei 30 anni. Per non parlare poi del quarto nominato, l'italiano Amedeo Carboni, che quella soglia l'ha passata da tempo. Solo Harte quindi, il "mignolo", riserva una ventata di freschezza, di giovinezza e di prospettiva: non a caso, l'irlandese è seguito da tempo dai club di mezza Europa.

Ian Harte nasce il 31 agosto 1977 a Drogheda, cittadina situata sulla costa est dell'Irlanda, nelle vicinanze del confine con l'Irlanda del Nord e bagnata dalle gelide acque del Mare d'Irlanda. Il luogo di nascita è già di per sé un buon biglietto da visita, visto che ha dato i natali ad uno dei grandi giocatori dell'Eire, Steve Staunton, divenuto negli anni '90 la bandiera del Liverpool e dell'Aston Villa. Il ragazzo comunque inizia a dar calci al pallone fin da piccolo: nei vicoli, in salotto con il padre Pat, la sorella Kim ed il fratello Michael. E' tifoso del Liverpool, ma soprattutto di Ian Rush, tanto che si fa regalare una maglia della Juventus con il suo nome stampato sul retro. Inizialmente gioca a calcio come ogni bambino della sua età, ma le cose iniziano a cambiare quando entra nel St. Oliver's, una squadra della vicina città di Balbirggan. Gioca da centravanti, segna fino a 40-50 reti per stagione e ben presto un talent-scout di nome Des Laylor, amico tra l'altro di Liam Brady, lo porta nel St. Kevin's di Dublino.
Un pomeriggio del 1993, al ritorno da scuola, trova ad attenderlo una lettera del Leeds United (in cui milita lo zio di Harte, fratello della madre, Gary Kelly), che lo invita ad un provino. Il provino va bene, Ian firma per il Leeds United e va in Inghilterra, dove inizia a "retrocedere" verso i ruoli difensivi. Sono tempi duri per il mancino di Drogheda: gli allenamenti, la nostalgia, ne fanno vacillare sogni e convinzioni. Ma Ian va avanti. Non è un gigante: è alto 177 cm e pesa 75 kg, e spesso viene sottovalutato in un calcio inglese che continua a considerare la fisicità come elemento primario del gioco. Nonostante tutto, il 10 gennaio del 1996 esordisce in prima squadra (guidata da Howard Wilkinson), nella partita di FA Cup contro il Reading: alla fine dell'anno, le presenze in Premier League saranno quattro mentre, nel giugno dello stesso anno, ci sarà anche la gioia dell'esordio anche nella nazionale maggiore dell'Eire contro la Croazia.

Le due stagioni seguenti sono negative. Harte non riesce ad entrare in sintonia con il nuovo manager George Graham e colleziona 26 presenze (e 2 reti) in due anni: paradossalmente, in questi due anni, Harte gioca più partite in nazionale che nella proprio squadra di club. Oltre alla discontinuità nell'utilizzo, ci sono anche problemi di collocazione sul terreno di gioco, tanto che viene impiegato in diversi ruoli, spesso a centrocampo, e non riesce così a costruirsi una solida base tattica. Nell'agosto del 1998 arriva dal Chelsea, per 1,6 milioni di sterline, Danny Granville e le possibilità per Harte sembrano ridursi al lumicino. Ma una impressionante "pre-season", unita alle 12 partite consecutive disputate da Harte nella stagione precedente (1997-1998) in seguito all'infortunio di David Robertson, convincono George Graham a dare fiducia al giovane irlandese nel ruolo di terzino sinistro ("left back"). Il risultato è quello di una stagione da incorniciare, con 35 presenze e 4 reti. Harte inizia come titolare nella prima partita a Middlesbrough e non esce più di squadra, costruendo la propria fortuna su prestazioni convincenti e goal spettacolari. Il culmine lo raggiunge in aprile, quando sul terreno amico dell'Elland Road, realizza il goal vittoria contro il Derby County, rete che in seguito, sarà votata come "Leed's Goal of the Season".

Il rinnovo del contratto arriva automaticamente, e la scadenza viene portata dal 2000 al 2003. Nel frattempo George Graham passa al Tottenham ed al Leeds arriva David O'Leary, l'allenatore dei giovani, di quelli che diventeranno i "bad boys" di Leeds. Harte fa parte di questo gruppo, in cui spiccano i difensori Jonatan Woodgate e Danny Mills, il centrocampista Lee Boowyer e l'attaccante australiano Harry Kewell. O'Leary dà piena fiducia ad Harte, il quale comincia a costruire la propria interpretazione del ruolo di terzino sinistro. Ed è un'interpretazione basata sulla classe, più che sulla potenza. La padronanza tecnica e l'estrema precisione del suo sinistro iniziano ad essere dei veri e propri marchi di fabbrica. Calci d'angolo e punizioni divengono di sua esclusiva proprietà, ed arrivano altre due stagioni da protagonista, durante le quali giungono anche gli esordi in Coppa Uefa ed in Champions League. Nella stagione 1999-2000 raccoglie 33 presenze in Premier con 6 reti all'attivo, mentre nel 2000-2001 le presenze sono 29 e le reti 7. L'esperienza in Coppa Uefa del 1999-2000 non gli regala nessuna gioia personale, mentre la Champions League dell'anno seguente lo vede esultare per ben 4 volte.

Ed è proprio il palcoscenico internazionale a rivelarlo al pubblico italiano. Nella coppa Uefa del 1999-2000 il Leeds elimina la Roma di Capello, mentre nella Champions League dell'anno successivo, i "withes" sono prima nel girone del Milan, e poi in quello della Lazio. Intorno ad Harte iniziano a catalizzarsi le attenzioni di molti club europei, ed in particolare quelle dell'Inter, che già dalla primavera del 2001 sembra essere sulle tracce dell'irlandese. Il ritorno a Milano di Georgatos però, raffredda gli interessi di Moratti ed il 7 maggio del 2001, il "chairman" del Leeds Peter Ridsdale gli rinnova il contratto fino al 2006. Ma le prestazioni scadenti del greco e l'annoso problema della fascia sinistra, convincono Moratti a tenere sempre calda la pista Harte, che inizia a diventare un pallino del massimo dirigente interista, vero e proprio appassionato del football d'oltremanica. Gli ultimi avvicinamenti risalgono al gennaio di quest'anno ma sia le buone prestazioni dell'Inter, sia un calo di forma di Harte, rallentano le trattative. Trattative che comunque proseguono e che, sembra, coinvolgono anche l'altro gioiello del Leeds, il fantasista australiano Harry Kewell. Vedremo a giugno: quello che è certo è che se qualcuno vorrà assicurarsi le prestazioni di Harte dovrà sborsare un bel po' di sterline, visto che il valore del terzino irlandese viene stimato sui 30 miliardi di lire (circa 15 milioni di euro).

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